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FIBULE ANTICHE DALLA CILICIA COSTIERA ERGÙN LAFLI * / MAURIZIO BUORA ** Abstract The paper presents 19 pre-Roman and 9 Roman fibulae from the region of Cilicia, currently in the collections of the museums of Mersin, Silifke, Alanya and Tarsus. Half these fibulae dates to the Iran age, from the middle/end of the 8th cento to the middle/end of7th cento B.e. They are evidencefor links between Cilicia and its hinterland (Gordion in particular), and also with Cyprus. Far the Roman period, the situation already apparent at Gaziantep is confirmed. The earliest Roman fibulae are of the Alesia and Aucissa types and the latest (5 examples) come from a period running from the Tetrarchy to the early 5 th cento A.D. It is possible that their presence reflects the movements of the Roman Army. A braoch of Keller Type 6 seems to be a parallel far a gold fibula kept in Split Museum. Fino ad ora sono state pubblicate dalla Cilicia solo alcune fibule dell'età del bronzo e altre fibule dell'età del ferro dagli scavi di Gozlù Kule', Sono state edite invece recentemente alcune fibule del vicino territorio di Gaziantep, che non può essere attribuito geograficamente alla Cilicia. Esso tuttavia è importante perchè ciò che si trova nel suo museo offre significativo materiale di confront03• Dagli scavi, poi, della Cilicia non si conosce alcun esemplare di epoca romana. Perciò è parso di qualche interesse presentare qui 28 fibule - di età protostorica, preromana e romana - dai musei locali di Mersin, Silifke, Alanya e Tarso; purtroppo le collezioni nei musei di Silifke, Alanya e Tarso si sono potute studiare solo in parte. Il museo di Mersin offre la maggior parte dei pezzi. Le raccolte dei musei di Adana e di Anamur non sono state oggetto di analisi. I pezzi che qui si presentano sono stati acquistati da vari venditori, perciò non si conoscono né i luoghi né le circostanze di rinvenimento. È già molto poter dire che le fibule qui considerate provengano dal territorio della Cilicia e che siano state acquisite dai musei. La carta (fig. 1) presenta in basso a destra l'area interessata dal presente contributo. Dal punto di vista tipologico le fibule appartengono a tre orizzonti nettamente distinti. Il pril mo, che annovera più della metà degli esemplari qui esaminati, include tipi dell'età del ferro, il secondo è formato da una sola fibula del periodo La Tène e il terzo comprende fibule di epoca romana che appartengono ai tipi più diffusi (Aucissa e "zwiebelknopffibeln"). Fibule dell' età del ferro La maggior parte, ben cinque settimi, delle fibule appartengono all'età del ferro e tra esse la maggioranza sono le così dette fibule frigie che nel corso del Novecento sono state ben studiate a partire dai fortunati rinvenimenti di Gordio che presero l'avvio nel 1900 dagli scavi dei due fratelli G. ed A. Korte in 80 tombe a tumulo, le quali produssero 70 fibule del tipo frigio. La posteriore articolazione tipologica di Blinkenberg nel 1926 ha costituito la base per successive, più raffinate, suddivisioni e precisazioni, che sono venute da più studi di Oscar White Muscarella e da più parti nel corso degli anni Settanta, grazie alle analisi di R. M. Boehmer sui piccoli rinvenimenti di Bogazkoy e allo studio delle fibule delle isole greche, condotto da Efi Sapouna-Sakellarakis, finché Ertugrul Caner pubblicò un'analisi aggiornata, edita nel 1983. * Dokuz Eyliil Ùniversitesi, Fen-Edebiyat Fakiiltesi, Arkeoloji Bolumu, Oda No. A 461/1, Tinaztepe / Kaynaklar Buca, TR-35160, IZMIR,TURCHIA. ** Civici Musei, Castello, 1- 33100 UDINE. 1 GOLDMAN 1956, nn. 244-248 e tav. 432. 2 GOLDMAN 1963, nn. 69-94 e tav. 176, di cui 9 "arched fibulae" (nn. 69-77) e 17 "angular fibulae" (nn. 78-94). 3 BVLGAN-FEUGÈRE 2007. Yerleskesi, ERGUN LAFLI - MAURIZIO 38 Località Catalogo n. Datazione Tipo Mersin 1 CANERA IV, 1 Fine VIII - tutto VII sec. a.c. Mersin 2 CANERA IV, 1 Fine VIII - tutto VII sec. a.c. Mersin 3 KELLER6 390-425 d.C. Mersin 4 CANERV, 2 Metà VIII - tutto VII sec. a.c. Mersin 5 KELLER5 345-410 d.C. Mersin 6 CANERJ II, 1 Prima metà VII sec. a.c. Mersin 7 GIESENXII Fine VIII - fine VII sec. a.c. Mersin 8 CANERV, 2 Metà VIII - fine VII sec. a.c. Mersin 9 LTII II-I sec. a.c. Mersin lO GIESENIV Fine VIII - fine VII sec. a.c. Mersin 11 GIESENIV Fine VIII - fine VII sec. a.c. Mersin 12 SAPOUNA-SAKELLARAKIS XII B d Fine VIII - inizio VII sec. a.c. Mersin 13 CANERV Fine VIII - inizio VII sec. a.c. Mersin 14 CANERV Fine VIII - inizio VII sec. a.c. Mersin 15 CANERJ II, 1 Prima metà VII sec. a.c. Mersin 16 CANERN III VII sec. a.c. Mersin 17 Aucissa (FEUGÈRE 22 b L) lO a.c. - 40 d.C. Mersin 18 CANERV Fine VIII - VII sec. a.c. Silifke 19 KELLER2 290-350 d.C. Silifke 20 22 b I) Aucissa (FEUGÈRE lO a.c. - 40 d.C. Silifke 21 CANERLI VII sec. a.c. Silifke 22 CANERL III Prima metà VII sec. a.c. Silifke 23 Alesia Fine I sec. a.c. - inizio I sec. d.C. Alanya 24 CANERA IV, 4 Fine VIII - metà VII sec. a.c. Alanya 25 CANERA IV, 4 Fine VIII - metà VII sec. a.c. Alanya 26 CANERS. I Fine VIII - fine VII sec, a.c. Alanya 27 KELLER2 290-350 d.C. Tarso 28 KELLER6 390-425 d.C. Tutte le fibule del tipo frigio qui presentate hanno forma simmetrica e tutte sono a molla. Un tipo ben rappresentato è quello decorato con grandi borchie cave sull' arco e piccole borchiette all'estremità dello stesso (Caner A IV, 1): vi appartengono i nn. 1 e 2. Esemplari identici sono noti in Anatolia, come ad es. dal territorio di Afyonkarahisar '. Il n. 2 ha nella parte posteriore (tav. XII,d) delle appendici molto grandi, residui del sistema di fissaggio. Anche in questo caso si 4 [RdA 30 BUORA CANER1983, n. 292. possono trovare confronti molto puntuali con esemplari di Gordio. Accostabile ad esse è anche la fibula n. 24 (tipo Caner A IV, 4), che presenta cinque grandi borchie cave sull' arco e due file di due sulle barrette trasversali poste alle estremità dell' arco. Al medesimo tipo appartiene anche la fibula n. 25, che in origine aveva sei borchie cave a file di tre sulle terminazioni dell' arco. Esemplari simili, anche se non identici, sono editi dal Caner. In linea di massima FIBULE ANTICHE DALLA crUCIA COSTIERA 2006] 39 fig. 1 - Carta di distribuzione delle fibule del tipo Caner A IV, 1. In basso a destra l'area della Cilicia costiera cui si riferisce il presente contributo. nella generica somiglianza di numerosissimi esemplari pochi dettagli si differenziano, tra questi ad es. la terminazione della staffa, il numero e la disposizione delle borchiette alle estremità e pochi altri tratti. Due fibule appartengono al tipo Caner J, che è stato diviso in più varianti a seconda della decorazione dell' arco. Alla variante Caner J II, 1 appartengono le fibule n. 6 e 15. Il n. 6 appare vicino al tipo J III caratterizzato dalla combinazione di dischetti e di rigonfiamenti. Secondo il Caner anche questo tipo si daterebbe tra fine VIII e inizio VII sec. a.c. Al di fuori dell'Anatolia l'unica fibula di questo tipo finora nota proviene dall'Heraion degli Argivi. Il n. 15 trova un confronto preciso con una fibula da Gordio (Caner 1983,n. 970). Si tratta di un tipo ampiamente diffuso anche lungo la costa occidentale dell' attuale Turchia, che fu imitato anche sulle isole greche 5, dall'iniziale VII al VI sec. a.c. 5 SAPOUNA-SAKELLARAKlS 1978, nn. 1680-1695. Il n. 21 presenta una decorazione a scanalature sui rigonfiamenti, alquanto comune. A nostro avviso la fibula n. 22 si inquadra nel tipo Caner L III, ma per le terminazioni "a manicotto" è vicina al gruppo J I, 5 c che ha scarsi confronti e che appare diffuso specialmente a Gordio e a Efeso, dove si rinvenne un esemplare frammentato in oro alla base dell'Artemision, presumibilmente da datare nella prima metà del VII sec. a.c. Il gruppo maggiormente rappresentato appartiene al tipo Caner V (nn. 13-14e 18); si inquadra nel tipo Caner V, 2 la fibula n. 8. Sono rappresentati da un unico esemplare i tipi Caner L III (n. 22), N III (n. 16) e S. I (n. 26). Fibule di tipo cipriota e orientale È ancora discussa l'origine di alcune fibule che da parte micrasiatica si considerano cipriote oppure orientali, mentre per Cipro gli studi più recen- 40 ERGUN LAFLI-MAURIZIO BUORA ti le ritengono imitazioni locali di tipi anatolici, quando non addirittura esemplari di importazione. La fibula n. 7 appartiene al tipo delle fibule triangolari con breve arco a sezione rotonda e lunghe appendici formate da nervature di vario spessore. In particolare essa appartiene al tipo che David Stronach nel 1959 indicò come II,4. A seconda della sezione dell' arco, rotonda o quadrangolare, sono state distinte dal Caner nel gruppo I a o I 1. Secondo il Caner nel museo di Istanbul si troverebbero molti esemplari simili, che paiono diffusi specialmente nella Turchia orientale. Forme simili sono state incluse dallo Stronach nel suo tipo IV, 4 e secondo questo autore sarebbero state diffuse specialmente in ambito siro-palestinese, intorno al 650 a.c. Ora essa viene contemplata nel gruppo, alquanto eterogeneo, Giesen XII. Altre due fibule appartengono al tipo IV della classificazione della Giesen (nn. lO e 11). Un'altra appare di tradizione insulare (n. 12) e quindi di probabile influsso greco. Fibule di influsso celtico Da tempo è stata posta la questione dell'individuazione delle presenze dei Galati nell' Asia Minore. La fibula n. 9 del museo di Mersin rientra appieno in questa problematica ed è stata inserita nella carta di distribuzione delle fibule di schema La Tène II in Anatolia 6. Il tipo di molla, il profilo e il tipo di piede corrispondono ai caratteri distintivi dello schema La Tène II, ma non possiamo dire se effettivamente risalga a un portatore di cultura celtica o semplicemente esprima l'influsso della tradizione celtica sull' artigianato locale. In mancanza di precisi dati di rinvenimento la datazione appare di necessità molto ampia, oscillando dal II alla metà del I sec. a.c. Fibule di epoca romana Due fibule appartengono al tipo Aucissa, ovvero a quello che secondo Feugère precede immediatamente il tipo Aucissa vero e proprio. Del tipo 22 a 2, sono stati segnalati esemplari presenti a Delo e in Asia Minore. In Asia Minore un esemplare del genere non appare del tutto isolato, in quanto si può accostare, almeno per quanto riguarda la cronologia, ad altra fibula del museo di Gaziantep, recentemente edita 8. Una terza (cat. 23) presenta una forma che appare intermedia tra una variante del tipo Alesia, che il Meller definisce tipo Camp César e che appare documentata anche ad Este', e una variante propriamente del tipo Aucissa che la Riha definisce "Aucissa- Variante mit Zierknòpfen bzw. Forsatzen" 10. L'esemplare di Augst più vicino al nostro (n. 2331) si rinvenne all'interno di una serie di materiali databili nella prima metà del I sec. d.C. Secondo la Riha questa variante sarebbe del tutto contemporanea alle altre fibule del tipo Aucissa. Essa appare peraltro vicina anche al tipo Feugère 22 b 2, che è caratterizzato da una notevole varietà di forme e pertanto disomogeneo. Alcuni autori, specialmente francesi, ritengono questa forma vicina al tipo Bagendon, proprio della Gallia nordoccidentale. Tuttavia esso è caratterizzato da un arco forato, che non compare nel nostro caso. La Fauduet considera una forma assai vicina alla nostra che può essere dotata di "barrettes enfoncées dans l'epaisseur"" propria del nord-est e del centro-est della Gallia. La presenza dei bottoni laterali è largamente attestata nelle fibule della penisola iberica, le quali peraltro hanno l'arco più stretto. Un qualche influsso giunge fino all' attuale territorio francese, ove questo carattere compare intorno alla metà del I sec. a.c. ad Alesia. Possiamo ritenere che l'esemplare della Cilicia si dati al più tardi nella prima età imperiale e possa essere giunto colà dalle province occidentali dell'impero. La presenza di più fibule del tipo Aucissa nelle regioni orientali dell'impero è stata recentemente posta da Bulgan e Feugère in relazione con gli spostamenti della legione IV Scythica 12, che fu arruolata da Marco Antonio nel terzo quarto del I sec. a.c. Fibule di età tardoromana Ben cinque esemplari appartengono alle esse sono presenti in ciascun "Zwiebelknoffibeln": 2004, fig. 3. 1985, p. 317 che cita anche un esemplare da lui visto al mercato delle antichità di Istanbul. 8 BVLGAN-FEUGÈRE 2007, p. 215, fig. 2. 9 MELLER 2002, tav. 44, n. 521. lO RIHA 1994, p. 107. 11 FAUDUET 1999, p. 50. 12 BULGAN-FEUGÈRE 2007, p. 216. 6 BULGAN-FEUGÈRE 7 FEUGÈRE [RdA 30 FIBULE ANTICHE DALLA CIUCIA COSTIERA 2006] museo considerato e quindi dimostrano una notevole diffusione locale. Due appartengono al tipo Keller 2, due al tipo Keller 5, tra cui una (cat. n. 28) che appartiene alla fase iniziale dello sviluppo del tipo, e una al tipo Keller 6. Di grandissimo interesse la fibula Keller 6 di dimensioni relativamente piccole (forse appartenuta a un bambino?), che appare al momento l'esemplare più sud orientale di un tipo che appare diffuso specialmente nell'Europa continentale, per quanto non manchino sporadiche attestazioni in Spagna (Girona), in Africa (Tenes), in Italia meridionale (S. Cristoforo di Padula) e presso il basso corso del Danubio. Alcuni dettagli vanno sottolineati, ad esempio la caratteristica forma delle appendici del piede, che trova confronti con un esemplare in oro del museo di Spalato 13 e quindi appare diffusa solo nella penisola balcanica e nella parte orientale dell'impero, derivando forse da un "atelier" meridionale. Abbastanza comune è, invece, il profilo triangolare del piede cavo, che trova altri confronti, come quello dei bulbi, che hanno base ampia e massiccia. La fibule romane si scaglionano in due momenti diversi del periodo imperiale. La parte minore si data all'inizio del periodo imperiale, forse ancora nell' età augustea (le due fibule del tipo Aucissa e la fibula che ad esse si può in qualche modo assimilare) . Appare momento importante il periodo tardoantico, cui appartengono cinque "Zwiebelknopffibeln". Queste ultime comprendono più tipi, che si datano specialmente tra la fine del III e l'inizio del IV sec. d.C., ma anche nel terzo quarto del IV sec. e ancora dalla fine del IV ai primi decenni del V. Specialmente quest'ultimo appare interessante per la precisa cronologia e anche perché presenta un tipo finora non noto nell'Europa continentale. Conclusioni Le fibule che qui si presentano appaiono di grande interesse per più ragioni. In primo luogo coprono un vuoto della letteratura, poiché, come si è detto all'inizio, finora non si conosceva alcuna fibula della Cilicia. Quelle protostoriche permettono di ampliare l'estensione di tipi ben noti, come si vede dalla fig. 1. In tal modo si conferma la ricettività dell' area 13 IVCEVIC 2000. 14 BULGAN-FEUGÈRE 2007, p. 218. 41 della Cilicia nella prima età del ferro non solo verso le mode e i modelli che arrivavano dall'interno (da Gordio in particolare), ma anche da sud e da Cipro, ciò che del resto appare evidente in base alla collocazione geografica dell' area. Il fenomeno è confermato anche per la tarda età del ferro, con la fibula da Mersin di tipo La Tène. Per l'epoca romana le fibule attestate dalla Cilicia e qui edite corrispondono allo spettro che è stato evidenziato per la zona di Gaziantep. Non abbiamo grandi novità dal fatto che qui siano state rinvenute delle fibule del tipo Aucissa, forse le prime a essere ampiamente standardizzate e diffuse in tutto l'impero. Tra queste mostra di essersi infilata una variante poco comune che trova i suoi precedenti specialmente nelle province occidentali, tanto da far supporre un legame diretto con esse. Infine va citato come altamente significativo il blocco delle fibule tardo antiche, che appartengono ai tipi delle "Zwiebelknopffibeln". Esse, come si ritiene, potrebbero indicare una presenza di soldati in questa area a partire dalla fine del III sec. Sarebbe forte la tentazione di collegare le due fibule del tipo Keller 2 con i fatti di cui parlano gli autori antichi, in particolare Zonara, il quale dice che alla morte di Tacito duo imperatores sunt declarati, ovvero Probo e Floriano. Questi rimase imperatore solo 88 giorni, precisamente dal 7 giugno fino al 9 settembre 276, ovvero fino al giorno in cui venne ucciso dai suoi presso Tarso, prima che i due eserciti, quello di Probo proveniente dalla Siria e quello di Floriano venissero al combattimento. Ragioni cronologiche peraltro non permettono di accogliere questo eventuale accostamento cronologico. Le fibule tipo Keller 5 (cat. nn. 5 e 28) appartengono al periodo posteriore alla metà del IV secolo. In quell'epoca la Cilici a, e in particolare la città di Mopsucrene, vede il 3 novembre 361 spegnersi Costanzo II, che a Tarso era stato colto da un attacco febbrile. Nella stessa Tarso, due anni dopo, fu portato per la sepoltura il corpo di Giuliano. In tutte queste occasioni la presenza di soldati che attraversarono la zona fu certo cospicua, anche se forse momentanea. Di grande interesse il fatto che queste due fibule di tipo Keller 5 vanno a porsi cronologicamente nel medesimo periodo della fibula dello stesso tipo del museo di Gaziantep 14, a dimostrazione di quanto fosse fitta in quest'epoca la presenza militare. 42 ERGUN LAFLI - MAURIZIO BUORA [RdA 30 CATALOGO [le misure sono in centimetri] Museo di Mersin (cat. 1-18) 1. (tav. XII, a-b) inv. n. 79.13.2 (lungh. 8,8; largh. 6,9; largh. dell'arco 1,2). Acquistato dal Sig. Ali Arslan. Vetrina 3. Descrizione: bronzo, priva di ardiglione. Decorazione formata da sette borchie emisferiche di maggiori dimensioni sul lato principale dell'arco a sezione quadrangolare e due file di tre borchiette ciascuna su barrette trasversali applicate a due a due sulle terminazioni dell'arco; altre due, ora scomparse, si trovavano sulla parte centrale rilevata della staffa. Nella parte posteriore sono visibili i perni per il fissaggio delle borchie più grandi, perni che furono ripiegati per assicurarne la stabilità, a differenza dei perni delle borchiette minori, che non risultano piegati. Confronti: Variante A IV, 1 di Caner, che è quella più rappresentata, specialmente a Gordio e nella Frigia centrale. Esemplare pressoché identico in CANER1983, fig. 404, genericamente dall' Asia Minore. Datazione proposta: dalla fine dell'VIII a tutto il VII sec. a.c. 2. (tav. XII, c-d) inv. n. 80.9.4 (lungh. largh. dell'arco 0.7). Vetrina 2. 4,5; largh. 3,7; Descrizione: bronzo, priva di ardiglione. Arco semicircolare appiattito, a sezione quadrangolare, decorato con sette borchie fissate all' arco con grossi perni ripiegati nella parte posteriore. Identiche borchie compaiono anche sulle due estremità dell'arco. Confronti: Variante A IV, 4 di Caner. Esemplare identico in CANER1983, n. 421 da Duver. Datazione proposta dalla fine dell'VIII a tutto il VII sec. a.c. 3. (tav. XII, e-f) inv. n. 86.7.1 (lungh. 7,3; largh. 4,5; largh. dell'arco 1.3). Acquistata dal sig. Mehmet Ertas. Vetrina 3. Descrizione: bronzo con tracce di doratura, privo di ardiglione e molto leggero. Il piede è cavo per l'inserimento dell'ardiglione. Confronti: si tratta di una fibula romana del tipo Keller 6, che per la forma delle appendici laterali trova confronti con un esemplare in oro del museo di Spalato. Forse di officina orientale? Datazione dall'ultimo decennio del IV sec. al primo quarto del V sec. d.C. 4. (tav. XIII, a) inv. n. 90.23.137 (lungh. 3,4; largh. 2,8; largh. dell' arco 0,5). Trasferita qui dal museo di Tarso. Vetrina 2. Descrizione: bronzo, integra. Arco appiattito, a sezione quadrangolare, con serie di ingrossamenti (il maggiore al centro) e depressioni e staffa sagomata a manina. I caratteri sono propri delle fibule cipriote e orientali, presenti anche in Anatolia. Confronti: per quanto non esistano confronti identici, la fibula rientra nel gruppo 2 del tipo V della classifi- cazione del Caner. La sezione dell'arco la colloca tra le "fibule a ginocchio" del tipo von der Osten I b. La datazione proposta va dalla seconda metà dell'VIII a tutto il VII sec. a.c. 5. (tav. XIII, b) inv. n. 93.14.20 (lungh. 6; largh. 3). Acquistata dalla sig. Sidika Denden. Descrizione: bronzo con tracce di doratura. Decorazione incisa: serie di rettangoli sull'arco con all'interno motivo a spina pesce e sul piede quattro quadrati con inalla cisioni centrali, priva di ardiglione, frammentata parte terminale del piede e priva di parte di un bulbo laterale. Confronti: Appartiene al tipo Keller 5, che si data tra 345 e 410 circa d.C. 6. (tav. XIII, c) inv. n. 95.18.22 (lungh. 7,8; largh. 5,2; largh. dell'arco 1,1). Acquistata dal sig. Berdan Karagoz. Vetrina 3. Descrizione: bronzo, integra. Arco a sezione circolare con tre serie di ingrossamenti cilindrici affiancati da doppie nervature sottili, separate da dischetti da altri ingrossamenti analoghi presso le estremità. Confronti: Per il disegno generale corrisponde al tipo J II,1 del Caner, con l'aggiunta di due dischetti a profilo appuntito verso le estremità come sono frequenti specialmente nel tipo J III. Datazione proposta: prima metà del VII sec. a.c. 7. (tav. XIII, d) inv. n. 95.18.23 (lungh. 3; largh. 2; largh. dell'arco 0,2). Acquistata dal sig. Berdan Karagoz. Vetrina 3. Descrizione: bronzo, priva di ardiglione. Arco "a ginocchio" a sezione circolare con serie di dischi alternati di piccole e grandi dimensioni e staffa sagomata a manina, spezzata. Confronti: la fibula rientra nel gruppo 2 del tipo V della classificazione del Caner, tipo von der Osten I b di presunta origine cipriota o orientale. La datazione da lui proposta va dalla seconda metà dell'VIII a tutto il VII sec. a.c. Invece la Giesen include questo come altri tipi di fibule nel suo tipo XII ("verschiedene Sonderformen") e poiché si tratta per lo più di rinvenimenti effettuati nei santuari suggerisce che siano di origine esterna a Cipro e provengano dai contatti via mare. Questa Autrice propone una datazione dagli ultimi decenni dell'VIII sec. alla fine del VII e anche oltre. Confronti: Giesen tipo XII. 8. (tav. XIII, e) inv. n. 95.18.24 (lungh. 3; largh. 2,1; largh. dell'arco 0,6). Acquistata dal sig. Berdan Karagoz, Vetrina 3. Descrizione: bronzo, integra. Arco a sezione quadi elementi a drangolare, formato dalla giustapposizione FIBULE ANTICHE DALLA CILICIA COSTIERA 2006] manicotto, allungati, con altri cilindrici e altri ancora, in posizione centrale, discoidali. La staffa ha forma di manina con il segno di quattro dita. Confronti: la fibula rientra nel gruppo 2 del tipo V della classificazione del Caner. La sezione dell' arco la colloca tra le "fibule a ginocchio" del tipo von der Osten I b. La datazione proposta va dalla seconda metà dell'VIII a tutto il VII sec. a.c. 9. (tav. XIII, f) inv. n. 95.18.25 (lungh. largh. dell'arco 0,2). Acquistata ragoz. Vetrina 3. 6,2; largh. 2,3; dal sig. Berdan Ka- Descrizione: bronzo, integra. Arco ad andamento quadrangolare con una parte ingrossata formata da serie di dischi accostati, intervallati da due appendici con prolungamenti filiformi. Molla che si prolunga nell' ardiglione contenuto in una staffa triangolare piatta e allungata. Confronti: con tipi tardo La Tène. Datazione proposta: II sec. a.c. lO. (tav. XIII, g) inv. n. 01.4.8 (lungh. 5,7; largh. 3,3; largh. dell'arco 0,5). Acquistata dal sig. Ahrnet Narin. Descrizione: bronzo, integra, molto corrosa. Arco a ginocchio con nella parte centrale tre ingrossamenti sferici alternati a due discoidali e due "manicotti" alle estremità. La staffa è configurata a manina. Confronti: questo particolare tipo di fibula con tre ingrossamenti separati da coppie di dischi costituisce per molti aspetti un problema non tanto per la datazione, quanto per la determinazione della sua origine. Le principali differenze morfologiche che si riscontrano nelle fibule simili consistono nella sezione dell' arco (quadrangolare o circolare), nel numero degli ingrossamenti e dei dischi tra loro esistenti. Le fibule simmetriche di questa forma sono classificate dal Gierstad nel suo tipo 3 b. Successivamente la Birmingham distinse due varianti fornite di uno o due dischi posti nell'intervallo tra gli ingrossamenti sferoidali. Il Caner fa rientrare fibule simili nel tipo III delle cipriote ed orientali (si veda ad es. CANER1983, n. 1183, per quanto non sia identica). Da ultimo la Giesen la pone nel suo tipo IV: la presenza della doppia profilatura ne rivela l'appartenenza a un periodo anteriore a quello delle fibule con una sola profila tura, come l'esemplare che segue, con il n. 11, in questo catalogo. Cfr. SAPOUNA-SAKELLARAKIS 1978, n. 1727, da Lindo. 11. (tav. XIV, a) inv. n. 03.37.3 (lungh. 5,6; largh. 1). Ac- 43 luppo di queste fibule, su modelli anatolici, nel corso del VII sec. a.c. SAKELLARAKIS 1978, n. 1730, da Delo. Cfr. SAPOUNA 12. (tav. XIV, b) inv. n. 03.37.4 (lungh. 6,2; largh. 2.3; largh. dell'arco 0,3). Acquistata dal sig. Hasan Civelek. Descrizione: bronzo, integra. Fibula triangolare, con arco a squadra, accentuato all' angolo, formato alternativamente da doppi dischi più grandi alternati a dischi più piccoli, con staffa sagomata a manina. Confronti: Gruppo 2 del Caner (cfr. CANER1983, n. 1200 D). Rientra nel tipo Stronach IVe XII B d della SA1978 e appare identica al suo n. 1713 POUNA-SAKELLARAKIS (da Lindos). Datazione proposta VII sec. a.c. 13. (tav. XIV, c) inv. n. 03.37.5 (lungh. 4,7; largh. 2; largh. dell'arco 0,2). Acquistata dal sig. Hasan Civelek. Descrizione: bronzo, integra. Fibula ad arco con parte centrale ingrossata a sfera, separata da dischi di varia grandezza da due altri ingrossamenti discoidali. Staffa sagomata a manina. Confronti: simile alle fibule considerate di tipo cipriota e orientale dal Caner, suo tipo V (CANER1983, n. 1195) e da lui datate alla fine dell'VIII iniziale VII sec. 14. (tav. XIV, d) inv. n. 03.37.6 (lungh. 4,9; largh. 2,7; largh. dell'arco 1,2). Acquistata dal sig. Hasan Civelek. Descrizione: bronzo, integra. Fibula ad arco con parte centrale ingrossata e arrotondata, separata da due dischetti da due ingrossamenti formati da due emisfere. Uno di questi è distanziato da due nervature dalla staffa a manina. Per il tipo rientra nelle fibule a tre globetti discusse sopra nei nn. lO e 11. Confronti: CANER1983, n. 1194, da Gordio (suo tipo V cipriota o orientale). 15. (tav. XIV, e) inv. n. 04.25.8 (lungh. 4,2; largh. 2.8; largh. dell'arco 2.8). Acquistata dal sig. Hasan Civelek. Descrizione: bronzo, con patina verde, integra. Arco a sezione circolare con ingrossamento cilindrico al centro, affiancato da un dischetto più sottile per parte, separato da altro dischetto dalle estremità, della stessa forma. Confronti: CANER1984 n. 970, da Gordio. Appartiene al tipo Caner J II, 1, datato al VII sec. a.c. quistata dal sig. Hasan Civelek. Descrizione: bronzo, integra. Ardiglione piegato. Fibula ad arco con al centro un elemento sferico, distinto da dischi da altri due elementi sferici, con scanalatura mediana, i quali a loro volta sono separati da serie di dischi dalla staffa e dalla molla. La staffa ha forma di manina. Confronti: la fibula rientra nel tipo cipriota e orientale V del Caner e trova confronti identici con esemplari da Gordio (es. CANER1983, nn. 1186-1187). Per la Giesen essa rientra nel suo tipo IV e corrisponde alla variante con una sola profilatura che separa gli elementi sferici, come nella variante notata dalla Birmingham. Essa corrisponderebbe, in ambiente cipriota, all'ultima fase di svi- 16. (tav. XIV, f) inv. n. 04.25.9 (lungh. 4,8; largh. 5,3; largh. dell'arco 0.4). Acquistato dal sig. Hasan Civelek. Descrizione: bronzo, con patina verde, integra, parzialmente corrosa. La fibula presenta un arco ristretto, a sezione circolare, con perla biconica al centro altri due ingrossamenti discoidali e due terminazioni cubiche, decorate da una X incisa. Queste si trovano in altre fibule anatoliche. Confronti: per gli ingrossamenti terminali quadrangolari CANER1983 (tipo N III), n. 1146, dai dintorni di Antalya, per l'andamento dell' arco si trovano altri con- 44 ERGUN LAFLI - MAURIZIO BUORA fronti in Anatolia (ad es. CANER1983, n. 1062, da Gordio), dal VII sec. a.c. 17. (fig. 2) inv. n. 04.25.10 (lungh. 4; largh. 2; largh. dell'arco 0,6). Acquistato dal sig. Hasan Civelek. Descrizione: bronzo, integra. Si tratta di una fibula romana del tipo Aucissa (Feugère 22 b 1) come chiaramente indicato dall'arco spesso, nettamente separato dal piede, che termina con un bottone appiattito. Secondo Michel Feugère (1985, p. 319) esse sarebbero molto frequenti in Gallia (per cui egli elenca una cinquantina di esemplari) e meno frequenti all' esterno di essa. Il medesimo studioso ne propone un uso tra il lO circa a.c. e il regno di Tiberio, che esse non fig. 2 [RdA 30 oltrepasserebbero (FEUGÈRE 1985, p. 323). Si tratta di fibule ampiamente diffuse in tutto il mondo romano, con possibilità di lunga sopravvivenza sia in abitati che in necropoli. 18. (tav. XIV, g) inv. n. 04.26.1 (lungh. 4,7; largh. 2,5; largh. dell'arco 0,2). Acquistata dal sig. Aydogan Bozbey. Descrizione: bronzo, integra. Arco a sezione quadrangolare (tipo von der Ostern 1 b) con parte centrale appiattita separata da dischetti e ingrossamenti da due terminazioni a manicotto una delle quali si conclude con la tipica manina. Confronti: Per la forma simmetrica rientra nel tipo V del Caner, che egli considera cipriota e orientale (cfr. nn. 1194 e 1195). Vi è qualche somiglianza, nella morfologia generale, con il tipo IV c della Sapouna Sakellarakis, peraltro potrebbe rientrare IV della classificazione della Giesen. La presenza di un solo dischetto di separazione permette di attribuire la nostra fibula alla prima variante indicata dalla Birmingham, in particolare alla fine della sua evoluzione morfologica. Secondo la Giesen fibule di questo tipo, in sé alquanto eterogeneo, sarebbero a Cipro imitazione locale di modelli anatolici. In conclusione pare trattarsi di una forma frequente nella costa occidentale della Turchia, da cui si sarebbe poi diffusa, specialmente nel VII sec. a.c. Museo di Silifke (cat. 19-23) 19. (tav. XIV,h) senza n. d'inv. (lungh. ca. 7; largh. ca. 1,5). Descrizione: bronzo, integra. "Zwiebelknopffibel" con bulbi poligonali, separati da doppia zigrinatura dal braccio ottagonale. Intagli sul corto piede, non ben distinguibili. Confronti: Tipo Keller 2, databile nella prima metà del IV sec. d.C. 20. (fig. 3) senza n. d'inv. (lungh. ca. 7; largh. ca. 2). sarebbero molto frequenti in Gallia (per cui egli elenca una cinquantina di esemplari) e meno frequenti all'esterno di essa. Il medesimo studioso ne propone una diffusione tra il lO circa a.c. e il regno di Tiberio, che esse non oltrepasserebbero (FEUGÈRE 1985, p. 323). 21. (fig. 4) senza n. d'inv. (lungh. ca. 5; largh. ca. 1,5). Descrizione: bronzo, con patina verde, integra. Arco a sezione circolare con ingrossamento cilindrico al cen- Descrizione: bronzo, integra. Si tratta di una fibula del tipo Aucissa (Feugère 22 b 1) come chiaramente indicato dall' arco spesso, nettamente separato dal piede, che termina con un bottone appiattito. Secondo Michel Feugère (1985, p. 319) esse fig. 3 fig. 4 2006] FIBULE ANTICHE DALLA CILICIA COSTIERA tro, decorato nella parte centrale da rotellatura, affiancato da un dischetto più sottile per parte; il motivo si ripete ancora per ogni alto e anche alle estremità, della stessa forma. Priva di ardiglione. Confronti: CANER1983, n. 1076, di provenienza ignota e CANER1983, n. 1075 da Gordio. Appartiene al tipo Caner L I, databile nel VII sec. a.c. 22. (fig. 5) senza n. d'inv. (lungh. ca. 5; largh. ca. 1). Descrizione: bronzo, integra. Arco a sezione circolare con ingrossamento cilindrico al centro, affiancato da un dischetto più sottile per parte, separato da altro dischetto dalle estremità, della stessa forma. 45 Confronti: CANER1983, n. 1097, da Gordio. Appartiene al tipo Caner L III e si data nella prima metà del VII sec. poiché si rinvenne nel riempimento del tumulo H di Gordio. 23. (fig. 6) senza n. d'inv. (lungh. ca. 6; largh. ca. 2). Descrizione: bronzo. Arco laminare rettangolare, compreso tra due barrette trasversali che si concludono all'esterno con bulbi arrotondati, cerniera e ardiglione fermato a una staffa con terminazione sferica. Confronti: Variante del tipo Alesia, simile al tipo che il Meller (2002, nn. 521-522) definisce Camp César, da altri inserito tra le varianti del tipo Aucissa. Fine I sec. a.c. - inizio I sec. d.C. fig. 5 fig. 6 Museo di Alanya (cat. 24-27) 24. (tav. XV, a) senza n. d'inv. (lungh. ca. 7; largh. ca. 2). 26. (tav. XV, d) senza n. d'inv. (lungh. ca. 4; largh. ca. 1). Descrizione: bronzo. La decorazione è formata da cinque borchie emisferiche di maggiori dimensioni sul lato principale e due file di due borchiette ciascuna sulle terminazioni dell'arco. Priva di ardiglione. Confronti: Variante A IV, 4 di Caner, che è quella più rappresentata, specialmente a Gordio e nella Frigia centrale. Datazione: dalla fine dell'VIII alla metà del VII sec. a.c. Descrizione: bronzo, integra, piegata, con tracce di corrosione. Si tratta di una fibula di forma particolare, che un tempo fu confusa con una fibbia da cintura. La forma base appartiene al gruppo Caner S. I, ma in alcuni dettagli, ad es. nella conformazione delle parti terminali dell'arco o nell'andamento del doppio ardiglione si rivela un'imitazione, tanto che forme analoghe sono state considerate dal Muscarella come non frige: a tale proposito è significativa la loro diffusione solo nella parte costiera occidentale dell' Asia Minore. La data proposta va dalla fine dell'VIII a tutto il VII sec. a.c. Confronti: CANER1983, n. 1174, da Iné. 25. (tav. XV, b) senza n. d'inv. 1.5). (lungh. ca. 6, largh. ca. Descrizione: bronzo. La decorazione è formata da cinque borchie emisferiche di maggiori dimensioni sul lato principale e due file di due borchiette ciascuna sulle terminazioni dell'arco. Priva di ardiglione. Confronti: Appartiene alla variante A IV, 4 di Caspecialmente a Gorner, che è quella più rappresentata, dio e nella Frigia centrale. Datazione: dalla fine dell'VIII alla metà del VII sec. a.c. 27. (tav. XV, c) senza n. d'inv. (lungh. ca. 5; largh. ca. 1). Descrizione: bronzo, integra. Fibula di forma Keller 2 integra, con bulbi appena poligonali, separati da collarini dal braccio poligonale e dall'arco. Datazione: prima metà del IV sec. d.C. ERGUN 46 LAFLI-MAURIZIO [RdA BUORA 30 Museo di Tarso (cat. 28) 28. (tav. XV, e-f) senza n. d'inv. (lungh. ca. 8; largh. ca. 2). Descrizione: bronzo, priva di ardiglione. Si tratta di una grande fibula, ormai priva di patina, del tipo Keller 5, con bulbi poligonali, più larghi che lunghi, separati da un collarino zigrinato dal braccio a sezione poligonale, breve arco a sezione poligonale, di- stinto dal piede da triplice nervatura e piede con coppie di decorazioni a pelta. Proprio queste permettono di attribuire la nostra Datazione Confronti: Westfalia, fibula al tipo Keller tra 345 e 410 d.C. PROITEL 1988, fig. 5. 7,2 (da Lengerich, in Germania). BIBLIOGRAFIA in GOLDMANH. 1956, Excavations BULGANF. - FEUGÈREM. 2007, Les fibules romaines du musée de Gaziantep, in Anatolia Antiqua, pp. 215-224. GOLDMAN H. 1963, Excavations BUORAM., "Zunebelknopjfìbeln" del tipo Keller 6 da Aquileia, ArheoloSki vestnik, 48, pp. 247-260. IVCEVICS. 2000, Lukovicaste fibule iz Salone u arheoloSkome muzeju u Splitu tThe bow-fibulae from Salona in the archaeological Museum Split), in Vjesnik za arheologiju i historiju Dolmatinsku, 92, pp. 125-186. 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Inseln, Pràhistorische T AV. XII [RdA 30, 2006] LAFU-BuORA - FIBULE ANTICHE DALLA CrUCIA COSTIERA b) a) d) c) e) Museo di Mersin, a) catalogo n. 1 (diritto); b) Catalogo n. 1 (rovescio); c) Catalogo n. 2 (diritto); d) Catalogo n. 2 (rovescio); e) Catalogo n. 3 (diritto); f) Catalogo n. 3 (rovescio). LAFLl-BuORA - FIBULE ANTICHE DALLA CrUCIA COSTIERA [RdA30,2006] TAV. a) b) e) d) g) Museo di Mersin; a) Catalogo n. 4; b) Catalogo n. 5; c) Catalogo n. 6; d) Catalogo e) Catalogo n. 8;f) Catalogo n. 9; g) Catalogo n. lO. n. 7; XIII TAV. XIV [RdA 30,2006] LAfll-BUORA - FIBULE ANTICHE DALLA OUCIA COSTIERA c) e) f) h) g) a) Museo di Mersin, catalogo n. 11; b) Museo di Mersin, catalogo n. 12; c) Museo di Mersin, catalogo n. 13; d) Museo di Mersin, catalogo n. 14; e) Museo di Mersin, catalogo n. 15; j) Museo di Mersin, catalogo n. 16; g) Museo di Mersin, catalogo n. 18; 11)Museo di Silifke, catalogo n. 19. LAfU-BuORA [RdA 30, 2006J - FIBULE ANTICHE DALLA CTUCTA COSTlERA T A V. XV d) a) Museo di Alanya, catalogo n. 24; b) Museo di Alanya, catalogo n. 25; c) Museo di Alanya, catalogo n. 27; d) Museo di Alanya, catalogo n. 26; e) Museo di Tarso, catalogo n. 28; j) Museo di Tarso, catalogo n. 28.