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Provincia di Livorno
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana
Università dell’Aquila, Milano, Pisa,
Roma ‘La Sapienza’, Roma Tre, Siena
Materiali per
Populonia
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a cura di
Giulia Facchin e Matteo Milletti
Il Parco archeologico tra ricerca, turismo e economia
Scavi e reperti dalla città e dal territorio
Recuperi dai magazzini e dagli archivi della Soprintendenza
La Corsica e Populonia
Edizioni ETS
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www.edizioniets.com
Il volume è stato realizzato con il contributo finanziario del Dipartimento di Storia
e metodologie Comparate dell’Università dell’Aquila.
© Copyright 2011
EDIZIONI ETS
Piazza Carrara, 16-19, I-56126 Pisa
info@edizioniets.com
www.edizioniets.com
Distribuzione
PDE, Via Tevere 54, I-50019 Sesto Fiorentino [Firenze]
ISBN 978-884673193-7
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Alla memoria di
Antonella Romualdi,
senza la quale Populonia
non sarebbe oggi quella che è
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L’ETÀ DEL FERRO IN CORSICA
FRA SVILUPPO ENDOGENO E FLUSSI MEDITERRANEI
Questo contributo rappresenta un breve riepilogo della mia ricerca di dottorato (LECHENAULT 2011), realizzata presso le Università di Lyon 2 e di Roma
«La Sapienza», inerente le modalità degli scambi tra la Corsica e le altre civiltà
del Mediterraneo durante il Primo Ferro1.
L’“età del Ferro corsa”: inquadramento cronologico e culturale
Innanzitutto, è necessario sottolineare alcuni importanti aspetti metodologici, fra i quali la differenza che esiste fra l’età del Ferro peninsulare e quella corsa. Infatti il Ferro italiano designa l’inizio del primo millennio a.C. mentre in
Corsica si chiama età del Ferro il periodo che intercorre fra il IX secolo a.C. e
la conquista romana del 259 a.C. L’età del Ferro corsa è stato divisa in due periodi sulla base della fondazione di Aleria intorno alla metà del VI secolo a.C.
Questa divisione è arbitraria nel senso che non si riscontra alcuna rottura in seno alla cultura protostorica corsa in coincidenza di tale evento: deriva infatti
dalla divisione continentale Hallstatt/La Tène, anche se tutti concordano nel riconoscere come impossibile l’equivalenza fra le cronologie europee e quella insulare (CAMPS 1988, p. 175; CESARI 1994, p. 48; PASQUALAGGI 2008, p. 43). Le
suddivisioni del periodo sono dunque legate ad Aleria, vista come la chiave dei
cambiamenti sull’intera isola2. Più delicato è il problema dell’inizio del Ferro
corso, ricondotto al X secolo a.C. da R. Grosjean (1971, p. 51), sulla base della
cronologia italiana e del rinvenimento di oggetti di cultura villanoviana in contesti insulari. Secondo F. de Lanfranchi, l’età del Ferro inizierebbe invece più
1
Un ringraziamento va a Jean-Paul Thuillier, Gilda Bartoloni e Fulvia Lo Schiavo, la cui fiducia
e il cui sostegno sono stati determinanti tanto nella conduzione quanto nella finalizzazione di questo
studio. Vorrei inoltre ringraziare Matteo Milletti e Anna Caforio per la revisione del testo. Infine, va
sottolineato il sostegno dell’UMR 5189 HiSoMA, dell’Università Franco-Italiana (UFI) e della Région
Rhône-Alpes (Explo’RA Doc). I disegni dei reperti, salvo diversa indicazione, sono dell’autrice.
2
Benché sia ragionevole ipotizzare un cambiamento sull’isola a partire dalla fondazione di Aleria, l’idea è che questa evoluzione debba essere inserita in un quadro microregionale.
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tardi, cioè fra 700 e 600 a.C. (LANFRANCHI 1978, p. 294). Secondo J. Jehasse,
infine, si dovrebbe parlare di età del Ferro solo a partire dall’arrivo dei Focei ad
Aleria (JEHASSE 1976, p. 26). È chiaro come, in realtà, la problematica della
transizione fra Bronzo Finale ed età del Ferro in Corsica non sia mai stata adeguatamente approfondita. Siamo quindi di fronte a un inquadramento cronologico artificiale, la cui correzione è una priorità assoluta per l’attuale ricerca archeologica. È inoltre necessaria anche una revisione dell’inquadramento culturale. Per poter parlare di età del Ferro e per alimentare il dibattito sugli inizi del
periodo è necessario prendere adeguatamente in considerazione la metallurgia
insulare inserendola nel contesto locale e tirrenico. Si tratta di una questione
centrale per capire le relazioni fra la Corsica, l’Elba e l’Etruria. Su questo punto
però la ricerca deve ancora progredire, dato che il solo ausilio, per ora, è offerto
dalla mappa dei giacimenti di ferro e dai manufatti.
Dal buio di ieri…
Come si è arrivati ad una situazione documentaria così lacunosa? Al contrario, l’archeologia della vicina Sardegna si è giovata, nella periodizzazione, delle
strette interconnessioni tra l’isola, la penisola italiana ed anche l’Africa settentrionale, grazie ai materiali importati dall’Etruria, dalle città greche o dal mondo fenicio. Purtroppo la Corsica sembra essere rimasta per lungo tempo estranea a queste dinamiche di scambio. Questa constatazione va tuttavia ridimensionata per quanto riguarda il Neolitico, periodo per il quale disponiamo di numerose informazioni. L’abbondanza di siti preistorici e il confronto con altri
contesti mediterranei hanno prodotto un veloce sviluppo di questi studi, forse a
detrimento dell’interesse per altri periodi. Oltre a ciò, si possono aggiungere alcune difficoltà oggettive, legate alla natura del territorio corso, montuoso e coperto da una fitta vegetazione, tali da ostacolare la ricerca sul campo, nonchè il
frequente saccheggio dei siti da parte dei clandestini. La lacunosità della nostra
documentazione sull’età del Ferro è dunque una realtà conclamata. Pur senza
alcuna pretesa di esaustività, è sufficiente sottolineare la limitatezza degli studi
sull’argomento pubblicati a partire dagli anni 1980. Inoltre, nella maggior parte
dei casi, la raccolta dei dati non è stata rigorosa, creando una tradizione di studi
aleatoria e discontinua. A ciò si aggiungono l’approssimazione delle pubblicazioni della prima metà del secolo scorso (emblematico il caso di Cagnano, Luri:
CHANTRE 1901) e la dispersione delle collezioni fuori dall’isola. Le importanti
ricerche, a partire dal 1958, sul sito di Aleria hanno inoltre fortemente influenzato la percezione del periodo. Questo veloce quadro d’insieme spiega in parte
il ritardo degli studi dedicati al primo millennio a.C. La Protostoria corsa eredi-
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ta dunque una situazione tanto difficile quanto entusiasmante, visto che l’inquadramento globale del periodo rimane totalmente da costruire.
… ai barlumi di oggi
Il quadro generale è però parzialmente mutato da qualche anno. La pubblicazione nel 2003 dello straordinario sito di Murato (MAGDELEINE, MILLELIRI,
OTTAVIANI 2003), con interessanti confronti con il contesto di Cagnano, ha sortito un effetto positivo. Ma a mutare il quadro d’insieme hanno contribuito soprattutto alcuni recenti scavi (Fig. 1): Cozza Torta (Porto-Vecchio), Cuciurpula
Fig. 1 - Mappa dei siti citati nel
testo (da LECHENAULT 2011).
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(Serra-di-Scopamena/Sorbollano, MILLETTI et al. in questo volume) e Sidossi
(E Mizane, ANTOLINI cds). Hanno inoltre contribuito all’accrescimento delle
nostre conoscenze numerose ricerche universitarie, tesi di dottorato dedicate
ai riti funerari (MARCHETTI 2007), alle mura preistoriche e protostoriche (MAZET 2008), alla ceramica dell’età del Bronzo (Pêche-Quilichini in corso). Questa attività di ricerca si è concretizzata nell’agosto del 2009 in un incontro di
studi dedicato all’età del Ferro, svoltosi a Serra-di-Scopamena (PÊCHE-QUILICHINI cds). Infine, il XXVIII Convegno di Studi Etruschi ed Italici, dedicato
alla Corsica e a Populonia, è, in questo senso, un evento dei più rilevanti. Questa nuova fase degli studi ha permesso di sottolineare la necessità di una revisione del quadro crono-culturale e di una rapida ed organica pubblicazione
dei nuovi dati disponibili.
La metodologia della tesi
Si trattava quindi di addentrarsi in seno alla società protostorica corsa, per
poter mettere in risalto le connessioni fra l’isola e le altre aree mediterranee. A
tal fine, ci si è avvalsi delle fonti letterarie, delle testimonianze epigrafiche e,
soprattutto, di quelle archeologiche; è stato effettuato uno spoglio della bibliografia ed una verifica dei materiali conservati nei musei corsi o di recente rinvenimento nell’ambito degli ultimi scavi. Va segnalata a questo riguardo la ripresa dell’attività archeologica nel sito di Cozza Torta, per ora l’unico insediamento protostorico ad aver restituito ceramiche arcaiche d’importazione.
La frequente perdita d’informazioni circa i contesti di rinvenimento e la già
citata mancanza d’inquadramenti crono-culturali hanno d’altra parte gravemente osteggiato la ricerca. Pur dovendosi confrontare con queste lacune documentative, è stato però raccolto un cospicuo corpus di materiali che documentano i contatti della Corsica con le aree limitrofe. Questi reperti provengono quasi sempre da ambiti funerari, più raramente da insediamenti, da depositi
e da relitti sottomarini, o da scoperte fortuite. La banca dati è dunque costituita da ceramica, da materiali metallici e da alcuni oggetti di vetro, ossa e corallo.
Per quanto concerne la ceramica, sono state identificate 36 anfore, quasi
tutte provenienti da recuperi sottomarini, databili tra la fine del VII secolo
a.C. e l’inizio del V secolo a.C. Il 50% degli esemplari sono risultati di produzione etrusca (Fig. 2a), con scarse attestazioni di anfore corinzie e massaliote
(Fig. 2b). Ad esse possono aggiungersi frammenti di bucchero e di ceramica
greca, databili al VI secolo a.C.
Tra i reperti metallici si possono annoverare numerose fibule (150 ca.), diffuse in Corsica dalla fine del IX secolo fino al V secolo a.C. (Fig. 3a-d). Ad es-
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se possono aggiungersi tre bacini ad orlo perlato (Fig. 4), pendenti, saltaleoni,
bottoni in bronzo, gioielli e cinture di ambito italico e centroeuropeo (Figg. 5,
6, 7). Le perle in vetro sono al contrario piuttosto rare sull’isola; si tratta per lo
più di esemplari gialli e blu, di produzione fenicia o locale. Per finire, sono attestati materiali in osso ed in corallo, esclusivamente da Cagnano.
I risultati principali
La tematica degli scambi viene trattata nella tesi in termini economici, culturali e sociali. Conformemente alla tradizione degli studi umanistici degli
ultimi dieci anni, lo scambio è infatti considerato come un processo dinamico
generatore d’entità e d’identità. Al fine di un inquadramento crono-culturale
della protostoria corsa, le importazioni rappresentano dunque non solo indizi
cronologici, ma anche elementi utili alla definizione culturale, sociale, economica delle comunità locali; è stato così approfondito il ruolo dei beni esogeni
Fig. 2 - Anfore dalla Corsica: a) Lavezzi 5, anfora etrusca (da BEBKO 1971); b) Lavezzi 5, anfora
massaliota (da BEBKO 1971).
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Fig. 3 - Fibule dalla Corsica: a) Costa-di-Muro, fibula a gomito (da GROSJEAN 1958); b) Cagnano,
fibula a sanguisuga. Museo di Marsiglia (inedita); c) Cagnano, fibula tipo Certosa. Museo di Marsiglia (inedita); d) Figa-la-Sarra, fibula tipo corso (da CESARI 1985).
nell’evoluzione della cultura materiale, la loro integrazione nei processi di distinzione sociale, e sono stati raccolti degli indizi che potrebbero essere rivelatori di una subordinazione economica e politica dell’ambiente corso ai traffici
con l’esterno. Va anche segnalato un fenomeno notevole, cioè la riproduzione
locale di oggetti pertinenti a fogge allogene (Figg. 3d, 7).
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Fig. 4 - Cagnano, bacino ad orlo perlato. Musée des Confluences, Lyon (inedito).
L’indagine dimostra l’inserimento precoce (IX secolo a.C.) dell’isola nella rete di scambi mediterranea ed europea, quando le comunità settentrionali corse
iniziano un dialogo privilegiato con il mondo etrusco. Questo dialogo sembra
proseguire durante tutto il periodo arcaico ed è alla base dell’arrivo sull’isola di
oggetti celtici, seppur in quantità limitata. I prodotti greci sono presenti in misura minore; quanto ai Fenici, sembrano i grandi assenti dalla scena corsa. L’analisi della distribuzione di prodotti d’importazione ha messo inoltre in evidenza
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Fig. 6 - Cagnano, armilla celtica.
Museo di Marsiglia (inedito).
Fig. 5 - Cagnano, pendagli “plumes”. Museo di Marsiglia (inedito).
Fig. 7 - Cagnano, ruote e cinturaruota in bronzo. Musée des Confluences, Lyon (inedito).
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una certa discrepanza tra le comunità del N e quelle del S dell’isola. Questi due
settori sembrano partecipare in maniera diversa ai traffici, fenomeno, quest’ultimo, che potrebbe trovare la sua ragione di essere nelle predisposizioni economiche e culturali specifiche dell’una e dell’altra zona.
Conclusioni
Sono numerosi gli aspetti del lavoro che meriterebbero di essere approfonditi o sviluppati. In conclusione, si potrebbe dire che i dati disponibili permettono di ridimensionare l’idea di una presunta arretratezza della Corsica durante
l’età del Ferro. Numerosi studi e ricerche sul campo stanno fornendo informazioni fondamentali, non solo di ordine cronologico, ma anche riguardo l’architettura e la cultura materiale della Corsica dell’età del Ferro. In questo senso
Cozza Torta, Cuciurpula e E Mizane sono in grado di fornire indicazioni imprescindibili riguardo le tipologie abitative ed il popolamento del territorio.
Dalla pubblicazione dell’opera di Gras (1985), i lavori non hanno cessato di
sottolineare la molteplicità delle esperienze culturali e sociali legate alla stretta
interconnessione tra le opposte sponde del Tirreno a partire dal primo millennio a.C. Se però alcune dinamiche di sviluppo si inseriscono perfettamente in
un quadro più ampio, vanno d’altra parte sottolineate anche le strette specificità a livello locale di alcuni processi evolutivi. È dunque finalmente possibile
procedere ad un corretto inquadramento della Corsica in ambito mediterraneo.
Gli studi corsi, in sostanza, segnalano la fine di due preconcetti: l’arretratezza e
l’isolamento della Corsica nel quadro dei traffici arcaici. È infatti necessario valutare i dati corsi nell’ambito delle dinamiche locali ma anche in connessione
con i flussi culturali ed economici europei e mediterranei. Il progresso della ricerca consentirà probabilmente di rilevare anche per l’età del Ferro quella fitta
rete di rapporti tra l’isola e il continente già evidenziata per il Neolitico.
M. LECHENAULT
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Corse: acquis et perspectives, Actes de la table ronde tenu à Serra-di-Scopamène, «Bulletin
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G. CAMPS, 1988, La Corse à l’âge du Fer, Travaux du Laboratoire d’Anthropologie et de
Préhistoire des Pays de la Méditerranée Occidentale, pp. 175-184.
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Marine Lechenault
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M. GRAS, 1985, Trafics tyrrhéniens archaïques, Rome.
R. GROSJEAN, 1958, Deux modes de sépultures dans le Nebbio, «Études Corses», XVII, pp.
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J. JEHASSE, 1976, Les Civilisations de l’âge du Fer en Corse, in J. GUILAINE (éd.), La Préhistoire Française, II, Nice, pp. 23-31.
F. DE LANFRANCHI, 1978, Capula. Quatre millénaires de survivances et de traditions, Lévie.
M. LECHENAULT, 2011, Les trafics dans les îles de Méditerranée centrale et occidentale au
Premier Âge du Fer: la Corse des échanges, thèse de doctorat, Université Lumière Lyon 2 Università Roma “La Sapienza”.
J. MAGDELEINE, A. MILLELIRI, J.C. OTTAVIANI, 2003, La “Teppa di Lucciana”. Nécropole
protohistorique. Commune de Vallecalle (Haute-Corse), «BSSHNC», 702-703, pp. 7-80.
M.L. MARCHETTI, 2007, Les sépultures préhistoriques et protohistoriques en abri-sous-roche
de la Corse dans le contexte méditerranéen: analyse et identification des pratiques funéraires, thèse de doctorat, Université de Corse.
S. MAZET, 2008, Les enceintes pré- et protohistoriques de Corse: Essai de comparaison avec
quelques sites de Toscane, BAR IS 1815, Oxford.
D. PASQUALAGGI, 2008, Carte archéologique de l’âge du Fer de la Corse, «Bulletin d’Archéologie et d’Histoire de la Corse», 39, pp. 43-97.
K. PÊCHE-QUILICHINI (éd.), cds, L’Âge du Fer en Corse: acquis et perspectives, Actes de la
table ronde tenu à Serra-di-Scopamène, «BSSHNC».
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INDICE
Populonia 2011, tra ricerca, turismo e economia
di D. Manacorda
7
PARTE PRIMA
L’acropoli di Populonia
Populonia - Poggio del Telegrafo (campagne di scavo 2009-2010):
nuovi dati sui periodi I e II
di F. Pitzalis, E. Biancifiori, C. De Angelis, C. Fanelli, S. Palmieri,
V. Palone, E. Sartini
19
Indagini preliminari sulla sommità dell’acropoli
di V. Di Cola
63
La domus alla base delle Logge (saggio IV)
di A. Campus, S. Della Giustina
79
L’abbandono di Populonia. Materiali dalla fogna sotto la via basolata
di A. Campus
99
Prime indagini nell’area retrostante il tempio C
di G. De Palma, G. Facchin, C. Taffetani
113
L’area retrostante ai templi. Nuove indagini al saggio XXV
di V. Di Cola
125
Una calcara medievale nell’area del tempio B
di G. De Palma, G. Facchin, C. Taffetani
145
PARTE SECONDA
Il territorio di Populonia
San Cerbone, scavi 1928: un reperto “sporadico”
A. Camilli
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Indice
Gli scavi 2009 dell’Università di Milano nel Golfo di Baratti,
Area Centro Velico
L. Mordeglia, L. La Terra
185
La ceramica a pareti sottili dallo scavo della spiaggia di Baratti
di L. Zito
201
Populonia e Baratti: quale abbandono; e quando?
di F. Redi
219
Indagini archeologiche nella cappella di S. Cerbone nel Golfo di Baratti.
Campagne 2008-2011
di A. Forgione
235
Antonio Minto e la Commissione per la Carta Archeologica delle antiche
coltivazioni minerarie
di A. Patera
251
Vignale 2004-2010. Ridefinizioni progressive di un progetto di ricerca
archeologica
di E. Zanini
263
PARTE TERZA
Oltre i confini di Populonia
Nuove evidenze per il culto di Mitra dall’area di Portus Pisanus/
S. Stefano ai Lupi (LI)
di S. Genovesi
277
Marsiliana d’Albegna: nuovi dati dall’area suburbana
di A. Zifferero, A. Pecci, A. Pepi, C. Sanchirico, E. Santoro
289
Circoli con camera ipogea e “caditoia” a Marsiliana d’Albegna: prime ipotesi
di ricostruzione
di A. Zifferero, D. Calamandrei, F. Cavari, S. Pallecchi, S. Ricci,
C. Sanchirico, G. Tofani
321
PARTE QUARTA
Verso il XXVIII Convegno di Studi Etruschi e Italici.
La Corsica e Populonia
Il Convitato di Rame: introduzione alla problematica della Corsica protostorica
di F. Lo Schiavo
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Indice
461
L’età del Ferro in Corsica fra sviluppo endogeno e flussi mediterranei
di M. Lechenault
367
Cuciurpula, Serra-di-Scopamena/Sorbollano (Corse-du-Sud): nuovi dati
su un insediamento protostorico corso (campagne 2008-2011)
di M. Milletti, K. Pêche-Quilichini, S. Amici, E. Biancifiori, S. Delvaux,
T. Lachenal, C. Mottolese, S. Palmieri, V. Palone, G. Pretta, V. Py,
L. Sagripanti, E. Sartini, A. Volpi
377
Populonia e la Corsica: alcune riflessioni
di V. Acconcia, M. Milletti
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Edizioni ETS
Piazza Carrara, 16-19, I-56126 Pisa
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Finito di stampare nel mese di dicembre 2011
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