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An examination about the production and illustration of the funeral monuments who where finding in Veneto, expecially in Padua. Italian language
Antenor Quaderni, 44.2, Edizioni Quasar (Roma), pp. 445-670
La trachite euganea. Archeologia e storia di una risorsa lapidea del Veneto antico - Apparati, catalogo dei rinvenimenti di età romana2018 •
La trachite euganea, una roccia vulcanica estratta dai Colli Euganei, è una delle risorse lapidee cavate sin dall’età antica nell’attuale comprensorio veneto. Le peculiari proprietà meccaniche contribuirono a una larga diffusione della trachite, in particolar modo in età romana, ma già nel corso della protostoria. Il materiale lapideo euganeo venne impiegato in tutta la Regio X (Venetia et Histria), ma anche nell’Aemilia; verso ovest la trachite giunse a Milano/Mediolanum, in Transpadana e a Villa del Foro/Forum Fulvii in Liguria, mentre a sud è documentata sino a Urbisaglia/Urbs Salvia. Questa pietra trovò impiego tanto nelle fondazioni quanto negli alzati degli edifici, rispettivamente come blocchi sbozzati oppure rifiniti, ma venne messa in opera principalmente nelle pavimentazioni stradali. Basoli trachitici provenienti dai Colli Euganei sono stati identificati verso est sino ad Aquileia, ma risultano utilizzati anche nelle maggiori città sorte lungo la via Aemilia e in un selciato di Ancona, centro più a meridione rispetto al bacino di approvvigionamento in cui è stato documentato l’uso della trachite in un tratto viario. Oltre che in ambito architettonico, la trachite euganea fu sfruttata per produrre manufatti, principalmente strumenti per la macinazione, ma si realizzarono sovente anche cippi, stele e monumenti iscritti. Prendendo le mosse dallo studio analitico di questi ritrovamenti, l’Autore propone un tentativo di ricostruzione delle dinamiche di diffusione del materiale trachitico in età romana: un’analisi combinata di carattere petrografico e geochimico consente infatti di determinare le cave euganee dalle quali venne estratto il materiale per la realizzazione degli elementi architettonici o dei manufatti; sulla base di queste stesse indagini è inoltre possibile ricavare informazioni sul ciclo di attivazione, sfruttamento e abbandono dei siti estrattivi sui Colli Euganei. Allo stesso modo, uno studio integrato della cronologia dei campioni, delle loro cave di provenienza e dei centri in cui sono stati esportati permette di elaborare riflessioni attorno alle dinamiche commerciali e all’impiego della trachite euganea in Italia settentrionale nel corso dell’età romana.
2015 •
The Euganean trachyte, a volcanic rock extracted from the Euganean Hills, is a stone material quarried since ancient times in Veneto region. Thanks to its distinctive mechanical properties, trachyte had a wide geographical spread, since protohistoric ages and even more in Roman times, throughout Regio X (Venetia et Histria), as well as in Regio VIII (Aemilia), westwards to Milano/Mediolanum in Regio XI (Transpadana), and to the south at least as far as Urbisaglia/Urbs Salvia, in Regio V (Picenum). This stone was employed roughly shaped for foundation or well cut for architectural elements, but its main use was for paving roads. Trachytic flagstones from Euganean Hills has been identified eastwards to Aquileia, but they are employed also in all major towns along via Aemilia and, to the south, in a pavement of Ancona. As well as in architecture, Euganean trachyte was employed to carve artefacts, typically for the production of millstones, querns and mortars, but we usually find gravestones and inscriptions too. According to these findings, important implications can be inferred for distribution of trachyte in Roman times: a combined approach, involving petrographic and geochemical data, allows definitely identifying the quarry of Euganean trachyte in which architectural elements or artefacts were extracted. This analytical method makes it possible to argue about the cycle of activation, exploitation and exhaustion of the Euganean quarries. Therewithal, an integrated study of the chronology of the trachytic sample, their quarries of provenance in Euganean Hills and the cities of final destination allows reflecting about commercial dynamics and giving an overall view of the use of Euganean trachyte in Roman Northern Italy.
Antenor Quaderni, 44.1, Edizioni Quasar (Roma), pp. 95-304
La trachite euganea. Archeologia e storia di una risorsa lapidea del Veneto antico - Testo, parte II2018 •
La trachite euganea, una roccia vulcanica estratta dai Colli Euganei, è una delle risorse lapidee cavate sin dall’età antica nell’attuale comprensorio veneto. Le peculiari proprietà meccaniche contribuirono a una larga diffusione della trachite, in particolar modo in età romana, ma già nel corso della protostoria. Il materiale lapideo euganeo venne impiegato in tutta la Regio X (Venetia et Histria), ma anche nell’Aemilia; verso ovest la trachite giunse a Milano/Mediolanum, in Transpadana e a Villa del Foro/Forum Fulvii in Liguria, mentre a sud è documentata sino a Urbisaglia/Urbs Salvia. Questa pietra trovò impiego tanto nelle fondazioni quanto negli alzati degli edifici, rispettivamente come blocchi sbozzati oppure rifiniti, ma venne messa in opera principalmente nelle pavimentazioni stradali. Basoli trachitici provenienti dai Colli Euganei sono stati identificati verso est sino ad Aquileia, ma risultano utilizzati anche nelle maggiori città sorte lungo la via Aemilia e in un selciato di Ancona, centro più a meridione rispetto al bacino di approvvigionamento in cui è stato documentato l’uso della trachite in un tratto viario. Oltre che in ambito architettonico, la trachite euganea fu sfruttata per produrre manufatti, principalmente strumenti per la macinazione, ma si realizzarono sovente anche cippi, stele e monumenti iscritti. Prendendo le mosse dallo studio analitico di questi ritrovamenti, l’Autore propone un tentativo di ricostruzione delle dinamiche di diffusione del materiale trachitico in età romana: un’analisi combinata di carattere petrografico e geochimico consente infatti di determinare le cave euganee dalle quali venne estratto il materiale per la realizzazione degli elementi architettonici o dei manufatti; sulla base di queste stesse indagini è inoltre possibile ricavare informazioni sul ciclo di attivazione, sfruttamento e abbandono dei siti estrattivi sui Colli Euganei. Allo stesso modo, uno studio integrato della cronologia dei campioni, delle loro cave di provenienza e dei centri in cui sono stati esportati permette di elaborare riflessioni attorno alle dinamiche commerciali e all’impiego della trachite euganea in Italia settentrionale nel corso dell’età romana.
F. DE SANCTIS, R. DEL MONACO, A. SARAGOSA, D. VILLA (edd.), L’aia dei musei. Le parole della pietra. Il filo dell’acqua, Avezzano 2012
(177) LETTA C., Museo del Fucino in Avezzano. Il Lapidario, in F. DE SANCTIS, R. DEL MONACO, A. SARAGOSA, D. VILLA (edd.), L’aia dei musei. Le parole della pietra. Il filo dell’acqua, Avezzano 2012, 16-462012 •
Augustus’ action in Este is proved by veterans’ arrival in the town after the battle of Actium. They received an allotment of land as a reward for having fought for him. The municipium became a colonia, but the change was merely formal, because the true aim of the veterans’s settlement had to be economic. Moreover, the veterans received a sum of money, which could have been used to make land productive and, for some of them, to pay the summa honoraria, becoming a decurio. The epigraphic sources are numerous especially in the first half of the first century CE on the long wave impressed to the local economy by the veterans’ arrival. Inscriptions provide us with some information on this subject.
Riassunto: Il contributo si propone di indagare il rapporto fra testo e immagine nell'epigrafia funeraria della regio V augustea (Picenum) in età romana, con esclusione dell'ambito cri stiano. In tre sezioni distinte vengono presentati i monumenti che riproducono essi stessi nel loro complesso un'immagine, quelli in cui le immagini arricchiscono il testo come elemento simbolico e decorativo, quelli in cui l'iconografia integra il messaggio del discorso epigrafico. Abstract: The paper aims to investigate the relationship between text and image in the fune rary epigraphy of the Augustan regio V (Picenum) in Roman Age, with exclusion from the Christian inscriptions. In three sections are presented the monuments that are themselves a image, those in which symbolic and decorative images enhance the text, those in which the iconography complements the epigraphic message. Parole chiave: epigrafia funeraria, Picenum, età romana L'unitarietà del documento epigrafico, costituita da supporto monumentale e te-sto scritto, può trovare nel primo dei due elementi, quando arricchito da apparato decorativo, un non minore motivo d'interesse, ma può anche richiedere — a volte — un impegno ermeneutico non inferiore a quello del testo stesso. In realtà l'apparato decorativo, esaminato qui nei monumenti funerari, dove trova una maggiore modalità e varietà d'impiego, si esplica in diversi filoni principali: ritratti dei defunti, raffigurazioni di oggetti collegati alla vita degli stessi, elementi decorativi
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Antenor Quaderni, 44.2, Edizioni Quasar (Roma), pp. 413-444
La trachite euganea. Archeologia e storia di una risorsa lapidea del Veneto antico - Apparati, catalogo dei rinvenimenti di età preromana2018 •
Gli altari funerari tra Aquileia e le province danubiano-balcaniche: trasmissione di modelli e varietà regionali, Aquileia Nostra
International Journal of Ancient Studies on Northern Adriatic Regions ASSoCIAZIoNe NAZIoNAle PeR AquIleIA2017 •
Dall’immagine alla storia. Studi per ricordare Stefania Adamo Muscettola, a cura di Carlo Gasparri, Giovanna Greco, Raffaella Pierobon Benoit, Pozzuoli 2010, pp. 279-302
Un mausoleo a tumulo di età tardo-repubblicana nella necropoli settentrionale di Cuma2010 •
Tradizione e innovazione. L'elaborazione del linguaggio ellenistico nell'architettura romana e italica di età tardo-repubblicana. Studi Miscellanei 35
"Architettura e linguaggio decorativo del monumento funerario: modelli culturali e forme di rappresentazione a Roma tra II e I sec. a.C."2011 •
Rivista di Studi Pompeiani 6 (1993-1994) 15-52
S.T.A.M. Mols/E.M. Moormann, Ex parvo crevit. Proposta per una lettura iconografica della tomba di Vestorius Priscus fuori Porta Vesuvio a Pompei1994 •
Antichità Altoadriatiche
L. CIGAINA, Tribules alieni in due iscrizioni di Aquileia, in ‘Voce concordi’. Scritti per Claudio Zaccaria, AAAd 85, a cura di F. Mainardis, Trieste 2016, 193-2042016 •
le necropoli della media e tarda età imperiale (iii-iv secolo d.c.) a iulia concordia e nell’arco altoadriatico ORGANIZZAZIONE SPAZIALE, ASPETTI MONUMENTALI E STRUTTURE SOCIALI ATTI DEL CONVEGNO DI STUDIO (CONCORDIA SAGITTARIA, 5-6 GIUGNO 2014)
S. CIPRIANO, G.M. SANDRINI...REDDITUR ENIM TERRAE CORPUS (CIC., DE LEG., 2,56). LE NECROPOLI DI ODERZO TRA MEDIA E TARDA ETÀ IMPERIALE“Archeotuscia news”, nr. 15/2017, pp. 10-12; pp. 13-16.
Emergenze archeologiche a Soriano nel Cimino; Il Santuario di Sant’Eutizio con il complesso catacombale.2017 •
2011 •
in Napoli Nobilissima 2008, pp. 97-112
Alcune riflessioni su un monumento funerario di un centurione. Un caso di riuso d'età tardoanticaSupplementa Italica - nuova serie, 24, 2009, pp. 97-214
Regio X, Venetia et Histria. Tarvisiumin M. Lombardo, C. Marangio (a cura di), Antiquitas. Scritti di storia antica in onore di Salvatore Alessandrì, Galatina, 2011, pp. 119-145.
L. Giardino, N. Lonoce, Le necropoli ad incinerazione di età romana di Lecce e la forma urbana di Lupiae,2011 •