Monografie di
M E S O P O T A M I A
XIV
Un impaziente desiderio
di scorrere il mondo
Studi in onore di Antonio Invernizzi
per il suo settantesimo compleanno
A cura di Carlo Lippolis
e Stefano de Martino
LE LETTERE
FIRENZE
In copertina: Ctesifonte. Il Taq-i Kisra.
Copyright © 2011 by Casa Editrice Le Lettere - Firenze
ISBN 978 88 6087 453 5
www.lelettere.it
Stampa: Tipografia ABC - Sesto Fiorentino (FI) - aprile 2011
Pietro della Valle, Ragionamento che io penso far nellAccademia presentando il Libro, Lettera 2. da Spahàn, 19 marzo
1617.
INDICE
Bibliografia di Antonio Invernizzi (a cura di Carlo Lippolis e Niccolò Manassero) ..........................
p.
1
STEFANO
»
13
MARIA CLARA CONTI, Il Gorgoneion sulle antefisse di Selinunte ..........................................................
»
19
CARLO ZOPPI, Limmagine di Eracle con il toro nelle cretule di Selinunte punica ...............................
»
29
ROSINA LEONE, Ancora sulla Magenta Ware: un vaso a testa di Iside da Lipari .................................
»
35
ALESSANDRA CELLERINO, La signora dellHamrin. Terrecotte con figura divina dagli scavi italiani
di Tell Yelkhi ..................................................................................................................................
»
45
ALESSANDRO ROCCATI, Orizzonti culturali di Napata .............................................................................
»
61
STEFANIA MAZZONI, The ivories of Ziwiye: a reappraisal ......................................................................
»
73
SERENA MARIA CECCHINI, Un sigillo neo-assiro con scena di culto da Arslan Tash .............................
»
85
MARIO LIVERANI, The pillared hall of neo-hittite Melid: a new link in the development of an architectural
type ................................................................................................................................................................
»
91
ELISABETTA VALTZ, Birthday greetings from New York ...........................................................................
»
113
ROBERTA MENEGAZZI, VITO MESSINA, Tell Umar, il tempio addossato al teatro. Le fasi architettoniche
e le figurine in terracotta ................................................................................................................
»
123
ELEONORA PAPPALARDO, Il sonno della menade, la morte dellamazzone. Iconografie a confronto
nellAsia ellenizzata ........................................................................................................................
»
139
VON EVELYN KLENGEL-BRANDT, IRIS HERTEL, Eine restaurierte Terrakottafigur aus Babylon .................
»
149
SUSAN B. DOWNEY, Notes on two sculptures from Dura-Europos .........................................................
»
155
ANDREAS SCHMIDT-COLINET, Priester beim festmahl: Etpeni, Symposiarch 130/31 n. chr. und andere
palmyrenische tesserae ....................................................................................................................
»
161
MICHA£ GAWLIKOWSKI - KRZYSZTOF JAKUBIAK - WIES£AW MA£KOWSKI - ARKADIUSZ SO£TYSIAK,
A ray of light for Mithras ...............................................................................................................
»
169
DE
MARTINO, Il percorso di uno studioso: Antonio Invernizzi .................................................
MEDITERRANEO
VICINO ORIENTE E EGITTO
VIII
INDICE
IRAN
HERMANN GASCHE, Modèles de liwan dans larchitecture achéménide ................................................
p.
177
PIERFRANCESCO CALLIERI, Les Sassanides étaient-ils les héritiers des Achéménides? Lévidence
archéologique ..................................................................................................................................
»
187
GEORGINA HERRMANN, Attributing Sasanian reliefs ...............................................................................
»
201
CARLO G. CERETI, YOUSSEF MORADI, CYRUS NASROLLAZADEH, A collection of Sasanian clay sealings
preserved in the Takiya-e Mocâven al-Molk of Kermanshah ....................................................................
»
209
ENRICO MORANO, Judas token to the enemies in the manichaean account of Jesus betrayal ...................
»
237
FABRIZIO A. PENNACCHIETTI, Kashkùl, limprevedibile storia del nome di una noce di cocco .....................
»
241
EDWARD D¥BROWA, ÁÑÓÁÊÅÓ ÈÅÏÓ. Observations on the nature of the Parthian ruler-cult .............
»
247
NATALYA M. SMIRNOVA, Bactrian imitations with tamgas .........................................................................
»
255
GENNADJ A. KOELENKO, Ïåðïåíäèêóëÿðíûé êîíü (î íåêîòîðûõ êîìïîçèöèîííûõ îñîáåííîñòÿõ
æèâîïèñè èç ñòàðîé íèñû) .............................................................................................................
»
261
NICOLÒ MASTURZO, Le foglie dacanto di Nisa: studio per la ricomposizione del capitello corinzio ...
»
265
NICCOLÒ MANASSERO, A celtic track in Parthian Nisa ..........................................................................
»
273
CARLO LIPPOLIS, I cavalli di Mithradatkert. Matrici in gesso da Nisa Vecchia ....................................
»
285
VASIF A. GAIBOV, Öàðñêàÿ îõîòà íîâûé ñþæåò â ïàðôÿíñêîé ñôðàãèñòèêå òàðãèàíû .....................
»
303
KAZIM ABDULLAEV, Ïàðôÿíñêèå ìîòèâû â íàñòåííîé ðîñïèñè íàõøåáà (åðêóðãàí è åãî îêðóãà) ...........
»
309
PIERRE LERICHE, Le chapiteau tétracéphale de lAncienne Termez .......................................................
»
321
DANIEL T. POTTS, Indianesque ivories in southeastern Arabia ..............................................................
»
335
KATSUMI TANABE, Two unique stone dishes from Gandhâra. The function of the so-called toilet-trays
from Gandhâra restated ...................................................................................................................
»
345
OSMUND BOPEARACHCHI, In search of Utpalavarnýâ in Gandhâran Buddhist art .......................................
»
353
ARCANGELA SANTORO, Il Bodhisattva Vajrapânýi nellarte del Gandhâra ...................................................
»
369
ANNA MARIA QUAGLIOTTI, The tug-of-war in Gandhâran art ................................................................
»
377
ANNA PROVENZALI, Osservazioni su alcune pissidi da Butkara I (Swât) ...............................................
»
383
ASIA CENTRALE E INDIA
Tavole
ANNA PROVENZALI
Civico Museo Archeologico di Milano
OSSERVAZIONI SU ALCUNE PISSIDI DA BUTKARA I (SWÂT)1
Allinterno della produzione artistica del Gandhra,
un ambito privilegiato e non ancora particolarmente
approfondito per osservare i caratteri della produzione locale è dato dai contenitori in pietra utilizzati come
reliquiari; quelli di forma cilindrica in particolare ricordano per forma e dimensioni le pissidi da toeletta,
una classe di oggetti ampiamente diffusa nel mondo
classico in materiale più o meno pregiato; loccasione
di festeggiare uno studioso che ha dedicato tanti fondamentali studi per la comprensione dellarte dellOrient Ellenisé è adatta per offrire un piccolo contributo su questa classe di materiali di particolare raffinatezza e qualità tecnica.
I reperti rinvenuti negli scavi dello Swt, cui si
aggiunge la testimonianza fornita dalle raffigurazioni dei rilievi e di elementi figurati di decorazione architettonica di uguale provenienza e a cui è necessario rapportare anche alcuni rinvenimenti da Taxila
(Dharmarâjikâ, Sirkap) formano una documentazione preziosa per la comprensione di una classe di manufatti nota soprattutto da scavi ottocenteschi e dei
primi del Novecento e dal mercato antiquario2.
Il rinvenimento delle pissidi allinterno del vano per
le reliquie di uno stpa ne certifica luso come reliquiari ma non consente di escludere a priori che gli stessi
oggetti siano prima serviti a un altro scopo3. Il reliquiario doro di Bimaran e quello in rame di Shah-ij-kiDheri presentano una decorazione figurata che li collega inequivocabilmente ad un contesto sacrale4, ma
costituiscono uneccezione; le pissidi gandhariche, in
pietra ma anche in altri materiali, presentano al più
motivi decorativi geometrici e fitomorfi. Questi ultimi
vedono la prevalenza del loto, pianta la cui simbologia non è esclusivamente legata al Buddhismo5.
Nel mondo classico contenitori di forma cilindrica
sono diffusi fin dalletà geometrica in molteplici varianti morfologiche e in diversi materiali; ciò che li accomuna è lessere legati principalmente al mondo femminile della cosmesi, dove servono come recipienti per
contenere oggetti di ornamento e prodotti di bellezza6. Le loro dimensioni sono variabili, da oltre i 10 cm
di diametro ai pochi cm, esattamente come i contenitori gandharici.
La preziosità del contenuto e spesso anche del contenitore ha sicuramente determinato la frequenza di
questi oggetti nei corredi funerari, anche se è possibile che al valore materiale si accompagnino almeno in
alcuni casi valori simbolici legati al rapporto tra profumo e immortalità7.
Nellarte del Gandhra e in particolare nello Swt
la raffigurazione delle pissidi nelle mani di donatori o
in scene connesse alla venerazione dello stpa o al
trasporto delle reliquie testimonia limpiego diffuso di
questo tipo di contenitore come reliquiario o come
contenitore. I profumi tra laltro sono elencati in alcuni testi tra le sostanze adatte ad essere offerte allo
stpa8.
La presenza dei reliquiari nelle mani di devoti laici
è senzaltro legata al culto dello stpa anche se non è
chiaro in che relazione siano queste scene di offerta
con la cerimonia di consacrazione del monumento. Di
certo la frequenza del tema dellofferta di reliquiari
e del trasporto delle reliquie non deve essere casuale,
ma sottolinea il ruolo svolto dai devoti laici nella diffusione del Dharma.
Linteresse della documentazione proveniente dagli
scavi italiani deriva dalla conoscenza del contesto e
dalla possibilità di mettere in relazione gli oggetti con-
La scrivente ha in studio per conto della missione archeologica dellIsIAO nello Swt i contenitori-reliquiari in pietra
provenienti dalle aree sacre buddhiste indagate dalla missione.
2
Si veda in particolare DOBBINS 1989; ZWALF 1996; per altre
pissidi passate per il mercato antiquario si veda BEHRENDT 2007,
PROVENZALI 2008, SALOMON 2000.
3
Come testimoniato da diverse decine di frammenti provenienti dallarea urbana di Barikot (Bîr-Kô¥-Ghwanüÿai), in facies
saka-parthica e kushana, in corso di studio da parte di Luca
Maria Olivieri. Si tratta in gran parte di frammenti di vasetti
cilindrici o pissidi (coperchi e contenitori), vasetti globulari e
loro coperchi, in cloritoscisto grigio e talcoscisto, tutti lavorati
al tornio.Comunicazione personale di Luca Maria Olivieri.
4
Per il reliquiario in oro di Bimaran si veda ZWALF 1996,
348-350 e da ultimo CRIBB 2005 per una datazione più bassa,
non anteriore a Kani§ka. Per il reliquiario da Shah-ij-ki-Dheri
si veda ERRINGTON 2002.
5
In alcuni casi potrebbe anche trattarsi di oggetti di uso
rituale poi deposti in uno stpa (Cfr. ERRINGTON-CRIBB 1992,
172). La Tissot ha individuato una raffigurazione di pisside
in una scena di toeletta femminile (TISSOT 1985, 110 e Pl.
XXXV,1= ZWALF 1996, cat. n. 205).
6
I reliquiari più piccoli (diam. intorno ai 2 cm) sono confrontabili anche con i contenitori per inchiostro e non sono presi
in considerazione in questo articolo.
7
Per unipotesi su uninfluenza delle pratiche funerarie degli
aka sui reliquiari e il loro contenuto nellarte del Gandhra si
veda BROWN 2006.
8
BAREAU 1962, 243. Si veda anche FUSSMAN 1987 per la definizione di contenitore di profumi del reliquiario di Shah-ij-kiDheri.
1
384
ANNA PROVENZALI
Fig. 1 - Butkara, Inv. B 781
(© Archivio IsIAO).
Fig. 2 - Butkara Inv. B 781
(© Archivio IsIAO).
Fig. 3 - Butkara, Inv. B 781. Vista dallalto
(© Archivio IsIAO).
venuti in uno strato di crollo (CSF 4)11. Il rinvenimento in situ non consente di per sé un dato inequivocabile sulla datazione degli oggetti ma solo un terminus
ante quem; Gli stpa 23 e 120 poggiano entrambi sul
pavimento F3 e sono databili tra linizio del II secolo
d.C. e linizio del IV sec d.C.12; non si può tuttavia
escludere che i contenitori siano stati deposti dove
sono stati rinvenuti molto dopo la loro realizzazione,
o perché conservati a lungo e forse usati precedentemente ad altro scopo o perché provenienti da un deposito precedente13.
I due reliquiari in pietra costituivano il contenitore
primario della deposizione, non essendo racchiusi in
un contenitore più grande. Dal momento che il vano
delle reliquie dello stpa 23 era aperto è possibile che
esso contenesse in origine altro materiale deposto
sopra la pisside B78114.
B781 conteneva ossa combuste e ceneri, pasta
vitrea azzurra e gialla ridotta in minutissimi frammenti,
frammenti di legno (o di stoffa?) ridotti pressoché in
polvere di colore nerastro e bruno chiaro, perlina forata doro, frammento di foglie doro schiacciate (pro-
creti con le raffigurazioni sui rilievi. Il confronto tra
questi due tipi di documentazione fornisce un quadro
di riferimento per il materiale di ignota provenienza e
alcuni dati sul periodo duso.
Per quanto riguarda i rilievi trattandosi di raffigurazioni non siamo in grado di dire con certezza di che
materiale siano intesi i reliquiari portati in dono, ma,
come si vedrà, è possibile riscontrare un rapporto molto
stretto tra i reliquiari in pietra e quelli raffigurati.
Dallarea sacra di Butkara I provengono due pissidi cilindriche integre complete di coperchio (Inv.
B 7819 e B 280710) rinvenute allinterno del vano per
le reliquie di due stpa (rispettivamente 23 e 120 ) e
due frammenti (B2275 e B2409), uno pertinente alla
vasca e laltro al coperchio di un terzo contenitore rin-
FACCENNA 1962, 56,57, 147; FACCENNA 1981, II, 330-331,
Pl. 216 b-c.
10
MNAOR 1293; FACCENNA 1962, 156, fig. 190; FACCENNA
1981, 355-356 per lo stpa. Il vano per le reliquie è ricavato al
centro del basamento e presenta una doppia chiusura; sopra la
lastra di copertura vi è una seconda lastra quasi quadrata sotto
il livello della cornice.
11
Dagli scavi italiani provengono altri frammenti di contenitori cilindrici che verranno pubblicati in altra sede.
12
Linizio del periodo GSt. 3-4/1- su F3 oscilla tra Kujula
Kadphises e Vima Takto. Si veda FACCENNA 1981, I, 168-169 e
FACCENNA 2007, 170.
13
Questa seconda ipotesi non va trascurata nel caso di Butkara I, dove di molti monumenti delle fasi più antiche non resta
probabilmente nessuna traccia (FACCENNA 1981, III, 629-630).
14
Il vano delle reliquie era conservato parzialmente ( si veda
in particolare FACCENNA 1981, II, 330-331).
9
OSSERVAZIONI SU ALCUNE PISSIDI DA BUTKARA I
(SWÂT)
385
spina di pesce. Lo spazio di risulta tra le punte dei
petali è campito da dentelli di lunghezza irregolare.
Segue fascia sottile con motivo a dentelli17; le tre fasce concentriche più interne, di pari spessore sono
separate da cerchi a rilievo. Al centro bottone entro
cerchio più spesso.
Fig. 4 - Butkara, Inv. B 2807 (MNAOR 1293)
(© Archivio IsIAO/MNAOR).
babilmente resti di una scatolina), scatolina doro rotonda con sostanza polverosa (ceneri?), moneta di
Azes II15.
B 2807 conteneva una capsula doro forse cuoriforme, minerale di colore rosso/orpimento, minerale di
colore verde/azzurro. Al momento dello scavo il vano
per le reliquie era pieno di terra infiltrata16.
Il contenuto del reliquiario B 2807 è piuttosto misero ed è carente di resti di cremazione.
B 781 (Figg. 1-3)
Integro. Scisto. Lavorato al tornio.
H. 6 cm ca.; diam. max. 9,5 cm.
Museo di Saidu Sharif (Swt, Pakistan)
Contenitore cilindrico con fondo piano, base modanata (toro schiacciato, listello, ampio guscio, listello), pareti diritte, orlo segnato da solcatura. Dente di
incasso interno, battente esterno piatto. Fondo interno con leggero rialzo piatto al centro. Il corpo presenta
una decorazione a fasce orizzontali di pari altezza
separate da tre solcature parallele: ampia fascia liscia,
fascia centrale con festone rettilineo di loti semiaperti
sovrapposti, volti a sinistra, fascia liscia. Il motivo è
reso schematicamente e in modo disegnativo.
Coperchio piano ed espanso con piccolo bottone
centrale al posto della presa. Ha orlo modanato (guscio, listello, gola rovescia, toro aggettante) e base
piana squadrata per lincasso sul recipiente.
La superficie leggermente bombata del coperchio
presenta una decorazione a fasce concentriche; dallesterno fascia liscia delimitata da due cerchi sottili a
rilievo, ampia fascia con corona di otto petali bordati
lanceolati alternati a losanghe campite da motivo a
B 2807 (Fig. 4)
Scisto verde. Lavorato al tornio. Il pomolo del coperchio è scheggiato con un frammento ricongiunto
alla presa.
H. 4,8 cm; diam. 4,8 cm.
Museo Nazionale di Arte Orientale, Roma (Inv. 1293).
La pisside, in scisto verde ha fondo leggermente
convesso, modanatura alla base (toro schiacciato,
ampio guscio), orlo piatto privo di dente di incasso,
pareti diritte con decorazione composta da tre solcature parallele in corrispondenza del centro e da una
solcatura in prossimità dellorlo. Pareti interne svasate
verso lalto e fondo quasi piano.
Il coperchio, il cui diametro massimo corrisponde
a quello del contenitore, ha ampia base arretrata che
si incassa nella vasca, orlo ad ampio guscio, solcatura
seguita da un listello di bordo. La superficie presenta
tre fasce lisce concentriche progressivamente rialzate
e al centro fascia rialzata con presa a pomolo su collo
rastremato al centro con al sommo elemento conico
smussato su listello aggettante.
B 2275+2409 (Figg. 5-8)
Scisto. Lavorato al tornio. Ricostruito da due frammenti.
H. 4,6 cm; diam. max. 5,4 cm.
Museo di Saidu Sharif (Swt, Pakistan)
Contenitore con base espansa modanata (listello,
alto guscio). Orlo segnato da sottile solcatura. Dente
di incasso e battente esterno piatto. Pareti interne svasate in basso, fondo piatto. Coperchio con orlo modanato: fascia inferiore, elemento teso aggettante, lastra di copertura, superficie leggermente convessa con
presa formata da elemento troncoconico.
Decorazione a fasce: sul corpo fascia con motivo a
spina di pesce verso sinistra, fascia campita da reticolo a linee oblique, sottile fascia liscia in corrispondenza dellorlo.
Inventario di scavo; per la moneta si veda GÖBL 1976, n.
46, list. n. 26, inv. N. 781a. Si tratta in realtà di una emissione
successiva a questo sovrano; a Butkara le emissioni postume di
Azes II provengono da contesti non anteriori a Kujula Kadphises (si veda ERRINGTON 1999/2000, 194 e FACCENNA 2007, 107).
16
FACCENNA 1981, 354-355; tavv. 198, 289B, 290; CALLIERI,
FILIGENZI 2002, 165 e 209-210 per lanalisi del contenuto.
17
Il motivo rappresenta una stilizzazione della corona degli
stami del fiore di loto.
15
386
ANNA PROVENZALI
Fig. 6 - Butkara, Inv. B 2275. Vista dallalto
(© Archivio IsIAO).
Fig. 5 - Butkara, Inv. B 2409 (© Archivio IsIAO).
Fig. 8 - Disegno ricostruttivo di B 2409+2275
(© Archivio IsIAO).
Fig. 7 - Butkara Inv. B 2275- Vista di profilo
(© Archivio IsIAO).
Sul coperchio motivo a spina di pesce verso destra lungo il battente; sulla sommità del coperchio
fascia interna circolare con motivo a spina di pesce
(stilizzazione degli stami), corona di petali con nervatura centrale doppia, orlo lanceolato squadrato;
negli spazi di risulta tra i petali lungo il bordo angoli
a spina di pesce.
Le dimensioni delle pissidi variano dai 10 cm ca di
diametro di B 781 ai 5 cm delle altre due.
La forma è leggermente espansa in B781 e
B2275+2409, mentre B 2807 si caratterizza per la
corrispondenza tra diametro e altezza totale con coperchio.
Sempre da Butkara proviene un reliquiario a pisside piatta18 (N. Inv. 48, Fig. 9) con base modanata
espansa e coperchio modanato con superficie lievemente convessa. La decorazione che copre le pareti è
a due fasce separate da sottile listello; la fascia infe-
riore è campita da una a fila di petali verticali con
nervatura centrale, la superiore da festone rettilineo di
loti semiaperti sovrapposti, volti a sinistra.
Il coperchio ha orlo modanato e superficie lievemente convessa decorata a fasce ed è privo di presa.
La fascia esterna presenta un motivo di petali di loto
bordati e con solcatura centrale alternati da sottile
motivo a spina di pesce, seguono due fasce sottili e una
fascia con motivo a petali sottili.
Al centro bottone piatto (su cui forse era originariamente incollata la presa).
La documentazione emersa dagli scavi condotti dal
Marshall a Taxila nellarea del Dharmarâjikâ e a Sirkap appare correlata con la produzione di Butkara I
per materiale, forme e motivi decorativi; come già ri18
Swt Museum, Saidu Sharif, n. inv. 48. Diam. 13,5 cm;
h. 6 cm; il reliquiario non proviene dagli scavi italiani. GANDHARA 2008, 207, cat. n. 125. Le tracce di colore rosso sono forse
riferibili alla preparazione per la doratura. Il confronto più diretto per la forma di questa pisside è un reliquiario su cui posa
un bicchiere (la sovrapposizione rispecchia presumibilmente la
posizione di rinvenimento) da collezione privata (KURITA 19881990, II, fig. 938 in scisto verde).
OSSERVAZIONI SU ALCUNE PISSIDI DA BUTKARA I
(SWÂT)
387
Fig. 9 - Museo di Saidu Sharif, Inv. 48, da Butkara
(Gandhara 2008, 207, n. 125).
Fig. 10 - Taxila, Inv. Dh 14-893, Taxila Museum,
Inv. 8548 (MARSHALL 1951, III, Pl. 50i).
levato da Faccenna in relazione al materiale architettonico19, sia nellarea del Dharmarjik sia a Sirkap
sono presenti elementi architettonici e scultorei che per
il materiale e per la lavorazione risultano strettamente
legati agli ateliers dello Swt; si tratta di materiale (scisto verde e scisto grigio) o importato grezzo e lavorato in loco da artigiani provenienti dallo Swt o fatto
oggetto di spoliazione per essere reimpiegato o portato come offerta (?) dal luogo di produzione e destinazione originario a Taxila. I reliquiari forniscono
unulteriore testimonianza dei rapporti tra i due siti ma
essendo manufatti che si prestano a viaggiare difficilmente possono aiutare a chiarire le dinamiche tra la
produzione di Butkara I e quella di Taxila20.
Dal vano delle reliquie del basamento quadrato dello
stpa J2 del Dharmarjik proviene una pisside a cilindro espanso (Fig. 10) in scisto grigio con base e orlo
del coperchio modanati21, di dimensioni simili a B 781.
Il coperchio ha superficie lievemente convessa con
parte centrale piana rilevata per il fissaggio della presa, non conservata. Le pareti del contenitore sono lisce. La pisside conteneva, oltre ad alcuni vaghi in pietre semipreziose e al collo di unanatra in cristallo, una
scatolina dargento in cui era racchiusa una scatolina
doro che custodiva dei frammenti ossei22.
Il tipo di deposito, con il sistema a nesting sembra indicare che si tratta di un deposito primario anche se manca la presa del reliquiario. Per lo stpa J2
Kuwayama23 propone una datazione provvisoria, basata
sulla tecnica costruttiva, al regno di Kujula Kadphises.
Il reliquiario possiede dunque un terminus post quem
non al 75d.C circa. Marshall24 nota la somiglianza del
reliquiario con un altro da lui rinvenuto a Ghaz Dheri
(Charsadda), associato a una moneta di Zeionises o
Azes II. Il reliquiario di Ghaz Dheri era deposto in un
vaso di terracotta e conteneva un reliquiario sferico in
cui erano racchiusi resti di cremazione con poco oro
oltre a un pezzo di ametista e la moneta. Altro materiale era contenuto nel vaso di terracotta25.
Il reliquiario di Ghaz Dheri ha pareti svasate in
basso26 e base modanata espansa con decorazione a tre
fasce, inferiore con motivo a fila di petali ovati rovesci, fascia centrale liscia e fascia superiore campita da
reticolo a linee oblique. Il coperchio, anchesso modanato ed espanso, presenta una fascia campita da
reticolo a linee oblique lungo il battente, superficie
piana decorata a fasce concentriche separate da coppia di solcature. La fascia lungo il bordo presenta una
fila di triangoli campiti da linee oblique con punta
rivolta verso lesterno. Il coperchio conserva eccezionalmente la presa a disco sormontato da cono smussato, presente anche su alcuni reliquiari raffigurati sui
rilievi di Butkara I.
Un altro reliquiario a pisside di forma e dimensioni
analoghe con coperchio modanato e base modanata
espansa proviene da Sirkap, Block D, strato II27; il
corpo presenta alla base una fila di foglie ogivali allungate con nervatura concava come il reliquiario da
Butkara N.48, a cui lo accomuna anche la base espan-
FACCENNA 2005, 94-95; DOBBINS 1989 nota come la decorazione a foglie di loto distingua i reliquiari di Butkara e di
Taxila da quelli di diversa provenienza. Lindividuazione delle
cave di estrazione del materiale litico per la produzione sia di
materiale architettonico sia di piccoli oggetti è oggetto di indagine da parte della missione dellIsIAO (si veda da ultimo OLIVIERI 2003).
20
Gli stretti rapporti tra i siti dello Swt e Taxila è documentato anche dai reliquiari a forma di stpa e a coppa.
21
Inv. 8548, Dh. 14-893; diam. 10 cm; ASIAR 1914-15, pl.
X, 1-2; MARSHALL 1951, I, 245, III, tav. 50i; KHAN 2004, 262,
n. 347.
22
MARSHALL 1951, I, 245.
23
KUWAYAMA 2007, 230, tav 2.
24
MARSHALL 1951, I, 245; si veda anche DOBBINS 1989, 110.
25
ASIAR 1902-1903, 175-176.
26
Questa particolarità lo distingue dai reliquiari di Taxila.
27
Dal block D provengono due reliquiari a pisside, inv. Sk
28-1086 e inv. Sk 28-1136, rispettivamente dai quadrati 61,106
e 62, 105; Per il primo si veda ASIAR 1930; MARSHALL 1951,
I, 190, III, 499, n. 101; pl. 141o. H 5 cm.
19
388
ANNA PROVENZALI
Fig. 11 - Reliquiario in avorio da S9, Dharmarâjikâ,
Taxila (MARSHALL 1951, III, Pl. 50b).
sa e il coperchio modanato. Il corpo del reliquiario di
Sirkap presenta poi una fascia di tre solcature al centro
del corpo mentre la superficie del coperchio è a fasce
concentriche progressivamente a rilievo, come B 2807,
e parte centrale piana rilevata per il fissaggio della presa (non conservata). Il rinvenimento non legato alla
presenza di un edificio sacro lascia aperta la questione
sulluso del contenitore, ma va notato che dalla stessa
zona provengono diversi materiali con connotazioni
sacrali, tra cui un reliquiario a forma di stpa. La zona
di rinvenimento corrisponde a uno dei religious loci
identificati da Coningham ed Edwards a Sirkap28.
Degno di nota è il rinvenimento di una pisside in
avorio29 con base espansa ad anello con decorazione a
fasce concentriche a rilievo rinvenuto nellarea del
Dharmarâjikâ nel vano delle reliquie dello stpa a pianta circolare S9 (Fig. 11); la pisside conteneva un reliquiario in avorio più piccolo, perle e frammenti di
argento. Si conserva anche la presa, a pomolo su basso
stelo rastremato.
Per le dimensioni i tre contenitori di Taxila sono
confrontabili con B781 da cui si discostano per la
decorazione più semplice.
Il reliquiario B 2275+2249 trova un confronto
stringente sia per caratteristiche morfologiche (forma
a cono rastremato della presa; modanature) sia per i
motivi decorativi e per la loro resa in una pisside in
scisto grigio, ad alto cilindro (Fig. 12),30 rinvenuta a
Sirkap nel vano delle reliquie del basamento quadrato
di uno stpa(?) nel Block K, il cosiddetto Palazzo
reale. Le somiglianze sono tali che si è tentati di affermare che provengano dallo stesso atelier, ipotesi che
può essere suffragata solo da una osservazione diretta
dei reperti. Come felicemente evidenziato nella recente mostra del 2008 dedicata allarte del Gandhra, un
reliquiario praticamente identico a quello rinvenuto a
Fig. 12 - Reliquiario dal Block K, Sirkap, Inv. Sk 241479 (Gandhara 2008, 206, n. 124).
Sirkap è tenuto in mano da un devoto raffigurato su
una statua-stele proveniente da Pn¨ (Swt)31; alla stessa tipologia (ad alto cilindro, con base e coperchio
modanati, presa senza stelo al sommo del coperchio),
ma con pareti rastremate appartiene il reliquiario raffigurato sul rilievo da Butkara B 180+89532 (Fig. 13),
appartenente al gruppo disegnativo.
Sempre dal blocco D di Sirkap, strato II, proviene
un reliquiario33 in steatite, privo di coperchio, del tipo
CONINGHAM, EDWARDS 1997-1998, pianta a pag. 73.
MARSHALL 1951, 242; III, tavv. 49c e 50b. Diametro
cm.10. Marshall non indica il numero di inventario.
30
Inv. Sk-24-1479; H. 10 cm; Diam. 8,5 cm; MARSHALL
1951, I, 173, tav. 36h; Taxila Museum catalogue n. 348, inv.
8586; GANDHARA 2008, cat. n. 124, 206. La pisside conteneva in
origine solo un piccolo frammento di osso avvolto in una foglia
doro e costituiva lunico deposito (MARSHALL 1951, I, 173).
31
Inv. P 630; (KURITA 1990, fig. 584; GANDHARA 2008, cat.
n. 123, 206).
32
FACCENNA 1962-64, vol. I, tav. CXLI. Cfr. il frammento di
rilievo da SAIDU SHARIF, Inv. S 589 (FACCENNA 2001, 117, Tav.
32, a) e il rilievo, abraso, con scena di trasporto delle reliquie
da Nawagai (Swt) in ACKERMANN 1976, 89 e pl. XXVIb.
33
Sk 19-1342 dal Block D quadrato 58-110; strato II; H.
8,5 cm; mancante del coperchio; ASIAR 1919-1920, 32 e 19,
pl. X; MARSHALL 1951, II, 499 e III, tav. 141m. Le fasce sono
campite alternativamente da motivo a reticolo, fascia di triangoli campiti da reticolo, fascia liscia. Marshall cita il rinvenimento di altri due reliquiari simili, inv. Sk 22-923 e inv. Sk 12-762
in micascisto.
28
29
OSSERVAZIONI SU ALCUNE PISSIDI DA BUTKARA I
(SWÂT)
389
Fig. 13 - Particolare del rilievo da Butkara
Inv. B 180+895 (© Archivio IsIAO).
Fig. 14 - Rilievo da Butkara, Inv. B 2527
(© Archivio IsIAO).
ad alto cilindro con pareti rastremate e decorazione a
fasce. Il corpo presenta due cordoni appena sopra la
base e a metà del corpo. A giudicare dal disegno e dalla
descrizione del Marshall questo reliquiario trova un
confronto stringente in un reliquiario rinvenuto nello
stpa 2 di Andher (Snch) datato al II secolo a.C34,
la cui decorazione è a fasce di triangoli campiti da linee
parallele.
A Taxila è dunque documentato un tipo di reliquiario di derivazione se non di diretta provenienza indiana. Lindicazione di altri due reliquiari dello stesso
tipo in micascisto data dal Marshall meriterebbe una
verifica, visto che il micascisto è tipico dello Swt. Il
confronto con il reliquiario di Andher riveste anche
una certa importanza per la cronologia perché potrebbe indicare che anche le pissidi in pietra, come altri
manufatti di pregio rinvenuti a Sirkap, venivano conservati per decenni dopo la loro produzione35. La datazione delle pissidi potrebbe pertanto essere di molto anteriore rispetto allo strato II di Sirkap da cui
provengono.
I rilievi da Butkara attestano due tipi di pissidi ad
alto cilindro: con pareti rastremate, base e coperchio
piano modanati (Fig. 13), con coperchio convesso e
presa troncoconica priva di modanature36; non esiste
invece un confronto diretto con i reliquiari del tipo
documentato ad Andher e Taxila. Se dunque la forma
ad alto cilindro è documentata anche in un contesto
buddhista di II secolo a.C (Andher), ciò che distingue
i reliquiari di Butkara e quello dallo stpa del Block K
di Sirkap da quelli indiani più antichi è la presenza
delle modanature e la forma appiattita del coperchio.
British Museum OA 1887.7-17.17; mottled steatite;
diam. 8,4 cm; h. 14 cm (WILLIS 2000, 97, fig. 120); cfr. anche
British Museum OA 1887.7-17.19 dallo stupa 3 di Andher,
diam. 6,1 cm; h. 11,2 cm; I sec a.C. (WILLIS 2000, 99, fig. 124).
35
Cfr. CALLIERI 1995 per la presenza a Sirkap di diversi manufatti la cui datazione risale secondo Callieri al periodo indogreco. A Barikot è documentata la lavorazione al tornio di contenitori in pietra a partire dal I secolo a.C. (CALLIERI 2007, 152).
36
Capitello appartenente al gruppo disegnativo B 7354 (GANDHARA 2008, cat. n.186). Stessa forma allungata (priva di
modanature?) sembra avere anche il reliquiario recato in offerta dal donatore che orna il nâgadanta B 3754, abraso e scheggiato (FACCENNA 1962-64, tav. DLXXIIb ).
34
390
ANNA PROVENZALI
Fig. 15 - Rilievo da Butkara, Inv. B 6484
(© Archivio IsIAO).
Per quanto riguarda la forma di questultimo, si nota
una lieve convessità nel caso che esso rechi sulla superficie il motivo a fasce concentriche con foglie di loto
(Inv. 48 e B781)37.
Alcuni rilievi di Butkara illustrano il tipo di pisside
a cilindro espanso, con base e coperchio espansi modanati documentato da B781 e dai reliquiari di Sirkap
e Ghaz Dheri38. La presa è a pomolo senza stelo.
Ovviamente non ci è dato sapere se i modelli a cui
si ispirano le raffigurazioni fossero in pietra; tuttavia,
a parte il reliquiario in avorio da Taxila, che tra laltro
ha presa su stelo, gli oggetti rinvenuti con queste caratteristiche sono in pietra39. Limpiego di materiali più
preziosi è riservato ai contenitori più piccoli, inseriti
in quelli in pietra. Sui rilievi i reliquiari appaiono proporzionalmente più grandi dei reperti rinvenuti, convenzione legata allimportanza delloggetto raffigurato, le cui dimensioni reali vengono amplificate40.
Il frammento di rilievo da Butkara B 252741 (Fig.
14) raffigurante la scena della spartizione delle reliquie
presenta due reliquiari cilindrici, entrambi con base e
coperchio modanati. Il reliquiario tenuto dalla figura
di destra è del tipo a cilindro espanso; il coperchio
piano ha presa ad alto disco piatto (?); laltro reliquiario ha invece forma più slanciata, pareti diritte, coperchio piano con presa a pomolo.
Fig. 16 - Nâgadanta miniaturale da Pn¨
(© Archivio IsIAO).
37
Si veda anche il reliquiario da collezione privata in RUSSEK
1987, fig. 13a.
38
A questi vanno aggiunti alcuni reliquiari di collezioni private probabilmente dallo Swt (TADDEI 1994, fig. 3a-b, collezione
J. Sherrier) e RUSSEK 1987, fig.13a (di dimensioni ridotte).
39
Da Sirkap, blocco B, strato I proviene un reliquiario a
pisside a cilindro espanso con coperchio piatto a pomolo su alto
stelo (diam. 9,5 cm) in rame privo però di modanature (MARSHALL 1951, II, 588, n. 254; III, pl.171u). Anche il contenitore
in ceramica (Sk.27-241), MARSHALL 1951, II, 424, n.154 e III,
pl. 126, non presenta alcuna modanatura e decorazione. Marshall specifica che non sono stati rinvenuti a Sirkap altri esemplari di pissidi in ceramica.
40
Le dimensioni dei vani delle reliquie di Butkara (larghezza
e altezza media intorno ai 15 cm; FACCENNA 1981) permettono
di escludere che i reliquiari avessero effettivamente dimensioni
pari a quelli raffigurati sui rilievi.
41
FACCENNA 1962-1964, 42 e pl. CXLVII.
OSSERVAZIONI SU ALCUNE PISSIDI DA BUTKARA I
(SWÂT)
391
Fig. 18 - Disegno di reliquiario dallo stpa di Sonri
di Maisey (WILLIS 2000, fig. 87).
Fig. 17 - Nâgadanta da Butkara, Inv. B 3548 (Per gentile
concessione dei Civici Musei di Storia ed Arte, Trieste).
Una pisside modanata a cilindro espanso con coperchio piatto è raffigurata su un frammento di rilievo (stipite di falsa nicchia, B6484)42 raffigurante
due devoti laici, il primo recante un incensiere, il
secondo una pisside cilindrica (Fig. 15). Un contenitore analogo, sempre con presa a pomolo è tenuta
in mano da un devoto, ora acefalo, raffigurato su un
nâgadanta miniaturale (V331) da Pn¨ (Fig. 16).
La documentazione figurata offre una maggiore
varietà di forme rispetto ai rinvenimenti.
Un altro rilievo da Butkara (B798)43 con scena di
trasporto delle reliquie su carro visto frontalmente
presenta un reliquiario del tipo a cilindro espanso
modanato con coperchio convesso munito di presa. Si
è visto che i reliquiari con motivo a foglie di loto sul
coperchio presentano una lieve convessità. La raffigurazione forse accentua questa caratteristica, ispirandosi
al tipo documentato da Inv. N.48 (Fig. 9).
Una forma particolare, priva di modanature, con
vasca espansa, coperchio lievemente convesso con
fasce concentriche rilevate al centro e presa a pomolo
è raffigurata nelle mani di un donatore che orna un
altro nâgadanta di Butkara (B3548, Fig. 17). La
giunzione tra le due parti è poco sopra la metà. Il
confronto più diretto per la forma è un reliquiario
rinvenuto nello stpa 1 di Sonri, vicino a Sñch, di
cui resta solo laccurato disegno di Maisey (Fig. 18)44,
ma non si può neppure escludere che possa trattarsi
della raffigurazione approssimativa di un reliquiario
globulare.
In alcuni casi sorge il dubbio che il reliquiario portato in dono (sempre con base e orlo del coperchio
espansi e modanati) sia di forma quadrata45, ma la
mancanza di documentazione di scavo in tal senso e
lesecuzione parziale dei dettagli visibili soprattutto in
una visione laterale che caratterizza diversi frammenti
scultorei appartenenti al gruppo disegnativo induce a
ipotizzare che il taglio squadrato possa essere dovuto
allesecuzione corsiva.
Una figura ora acefala (statua-stele)46 sempre appartenente al gruppo disegnativo documenta anche un tipo di
pisside cilindrica non espansa priva di modanature, con
coperchio lievemente convesso(?) munito di presa.
Lesame qui condotto consente alcune considerazioni sulla datazione delle pissidi.
I rilievi di Butkara citati appartengono al gruppo
definito da Faccenna per le sue caratteristiche disegnativo e da lui datato indicativamente alla prima
MNAOR 1362.
FACCENNA 1962-1964, 131 e pl. CDXXI;
44
WILLIS 2000, 84, fig. 87.
45
Figura di donatore frammentaria n. inv. B4342 (MNAOR
2155), inedita; fig. acefala B1472, inedita; nâgadanta con putto
da Saidu Sharif , inv. S429 (KURITA 1988-1990, fig. 587).
46
B 7033 (MNAOR 2157). Inedito.
42
43
392
ANNA PROVENZALI
metà del I secolo d.C47. Anche il nâgadanta e la statua-stele da Pn¨ non dovrebbero discostarsi di molto
da questa datazione48.
Un secondo elemento cronologico, se sarà confermato, è fornito dalla datazione proposta da Kuwayama
per lo stupa J2 del Dharmarâjikâ di Taxila al regno di
Kujula Kadphises. La pisside in esso contenuta risulterebbe avere un terminus post quem non non oltre il
terzo quarto del I secolo d.C.
Per quanto riguarda Sirkap secondo Kuwayama gli
edifici di culto dello strato II non sono anteriori ai
regni di Azes II-Kujula Kadphises; Allchin propone
una datazione agli ultimi anni di regno di Azes II
mentre Erdosy data lo strato II tra Gondophares e
Kani§ka49. Le raffigurazioni sui rilievi appartenenti al
gruppo disegnativo attestano daltra parte limpiego
delle pissidi del tipo documentato a Taxila sia nellarea
del Dharmarâjikâ sia a Sirkap nella prima metà del I
secolo d.C.
La documentazione fornita dai rilievi anticipa pertanto almeno alla metà del I secolo d.C la produzione
delle pissidi a cilindro espanso con base e coperchio
modanati. Si è già visto come lo strato II di Sirkap
contenga materiali più antichi e dunque è possibile che
le pissidi provenienti da questo strato vadano datate
alla prima metà del I secolo d.C- ma nulla osta anche
ad una datazione più alta- indipendentemente dallorizzonte cronologico attribuito a questo strato.
Venendo ai manufatti rinvenuti a Butkara B 781
potrebbe essere più antica dello stpa in cui è stata
rinvenuta. Il motivo a foglie di loto del coperchio di
B 781 non offre confronti puntuali, presenta invece
la particolarità della mancanza della nervatura mediana, non attestata altrove. Il motivo a spina di pesce che
separa i petali è invece presente anche sul bicchiere
Inv. B 176 probabilmente pertinente allo stpa 14 di
Butkara, datato alla fine del regno di Azes II o al
periodo immediatamente successivo e sul reliquiario di
Berlino datato al 21 d.C 50 ; non sappiamo però per
quanto tempo questo motivo è rimasto in uso. Il festone rettilineo di loti semiaperti sovrapposti che orna
la fascia centrale di B781 e di B48 è presente con
alcune differenze anche su un reliquiario globulare
dallo strato II di Sirkap51; si tratta di un motivo particolarmente diffuso, con una resa decisamente plastica, come cornice di diversi rilievi di Butkara appartenenti al gruppo disegnativo e di origine indiana52. Se
non esistono elementi decisivi per la sua datazione al
di là del terminus fornito dal vano in cui è stato rinvenuto, alcune caratteristiche della decorazione rimandano ad un periodo precedente. Fussman53 ha pubblicato
una pisside a cilindro espanso con coperchio ornato sul
margine esterno da foglie di loto, poi abrase. La dedica
iscritta sulla base di questo reliquiario è datata al 26 d.C.
Per quanto riguarda la pisside B 2807 essa risulta
diversa dalle altre pissidi prese in esame per la presa,
che non è applicata ma tornita con il coperchio e che
è su stelo, a differenza anche di quelle documentate
dai rilievi. B 2807 presenta poi una particolarità che
lo distingue dagli altri reliquiari, la mancanza del dente
di incasso per il coperchio. Questo particolare potrebbe essere indizio di una imitazione da contenitori
metallici, con cui tra laltro la pisside condivide le
dimensioni ridotte. Anche la modanatura alla base è
diversa da quella delle altre pissidi e ricorda la piegatura di una lamina.
Confronti diretti in Gandhra non sembrano essercene ma suggestivo mi sembra il confronto con un
reliquiario in bronzo (di analoghe dimensioni?) rinvenuto a Pompei e con una pisside in oro rinvenuta in
una tomba femminile di Tillya Tepe54.
Una pisside in argento con corpo decorato a cordoni e coperchio a fasce concentriche progressivamente rilevate e presa piatta su basso stelo fa parte di un
tesoro di quarantacinque oggetti con provenienza
generica dallAsia centrale datata sulla base di confronti al I secolo d.C55.
Le dimensioni di B 2807 sono quelle tipiche delle
pissidi portacosmetici diffuse nel mondo classico in
metallo ma anche in osso56 nel I secolo d.C. Come si
è detto la forma ha una lunga storia e non si può
escludere che nello sviluppo delle forme gandhariche
ci si sia ispirati a forme di età ellenistica.
Gli scavi di Ai Khanum non forniscono però elementi significativi in questo senso; a fronte di unampia testimonianza di contenitori globulari ed emisferici,
la documentazione di pissidi è scarsa e riguarda essenzialmente contenitori in pietre dure, forse importati57.
47
Si veda in particolare FACCENNA 2001, 145 Anche se abbiamo acquisito questi importanti elementi temporali [ la fine
del primo quarto del I sec. d.C e il secondo quarto-metà del I
secolo ] essi non possono risolversi in una equivalenza di principio e di fine di questa produzione[il gruppo I, disegnativo].
48
La prima fase dellarea sacra di Pn¨ è datata alla metà- terzo
quarto del I secolo d.C. (FACCENNA et alii 1993, 129 e sgg).
49
KUWAYAMA 2007, 223; ALLCHIN 1968, 25; ERDOSY 1990,
662-670.
50
FACCENNA 1981, 241 per lo stpa 14, stratigraficamente
contemporaneo o di poco successivo a GSt.3 (secondo quarto
del I secolo d.C; per B176, TADDEI 1994; GANDHARA 2008, 105,
cat. n. 44 (scheda di H. Falk con bibliografia precedente) per
il reliquiario di Berlino inv. MIK I 5892.
51
MARSHALL 1951, n. 98.
52
Cfr. il medaglione di una balaustra di epoca unga in
KUNST AUS INDIEN 1960, tav. 10.
53
FUSSMAN 1984, in particolare 38-40.
54
Per Pompei si veda MODA, COSTUME E BELLEZZA 2004, fig.
a pag. 60 (Pompei, inv. 5568); per Tillya Tepe, SARIANIDI 1985,
fig. 141.
55
BARATTE 2001, 288. Diam. 6,4 cm; h. senza coperchio 5,5
cm; h. totale 7,3 cm.
56
BÉAL, FEUGÈRE 1983.
57
Per due frammenti di pissidi cilindriche a fondo piatto in
scisto si veda GUILLAUME, ROUGELLE 1987, 9, nn. 0044-5; per
un frammento di coperchio di pisside in cristallo di rocca e due
frammenti di basi di pissidi si veda RAPIN 1992, 161.
OSSERVAZIONI SU ALCUNE PISSIDI DA BUTKARA I
Per fissare linizio della produzione di pissidi in
pietra la datazione del coperchio, presumibilmente di
pisside, in scisto grigio-verde rinvenuto a Pasargade
risulta di particolare importanza, perché attesterebbe
la produzione di pissidi già nel II secolo a.C58. Il coperchio di Pasargade si distingue per la mancanza di
una battuta distinta, ma si è visto come anche B 2807
presenti caratteristiche peculiari.
Le linee di ricerca da seguire sono ancora tante;
basti pensare ai soggetti di alcuni toilet-trays ispirati a
iconografie che nel mondo classico ricorrono su oggetti da toeletta femminile, come appunto pissidi o
specchi. Queste linee di ricerca non devono però oscurare il carattere tipicamente locale e inconfondibile
(SWÂT)
393
della produzione gandharica, immediatamente riconoscibile anche quando se ne trova traccia a migliaia di
chilometri di distanza.
58
Per il coperchio da Pasargade si veda TADDEI 1994. Il
coperchio da Ibrahimabad citato da POTTS 1998 come confronto
per quello di Pasargade è tipologicamente differente (si veda il
profilo in POTTS 1998, fig. 3). Per la cronologia del Tall-e Takht
di Pasargade si veda CALLIERI 2004. Liscrizione sul coperchio
di reliquiario dal Bajaur che cita Menandro è probabilmente un
falso (si veda FALK 2005).
394
ANNA PROVENZALI
BIBLIOGRAFIA
ACKERMANN, H.C
1975 - Narrative stone reliefs from Gandhâra in the
Victoria and Albert Museum, «IsMEO Reports and
Mémoirs», XVII, Roma.
ALLCHIN, F.R.
1968 - Archaeology and the date of Kani§ ka: the Taxila evidence, in A.L. BASHAM (ed.), Papers on the date
of Kani§ ka, Leiden, 4-34.
of Swt, Second Century BCE to Fourth Century CE,
in P. BRANCACCIO, K. BEHRENDT (EDS.), Gandhran
Buddhism. Archaeology, Art, Texts, Toronto, 60-82.
2007 - Barikot, An indo-greek urban center in
Gandhra, in D.M. SRINIVASAN (ed), On the Cusp of
an Era. Art in the Pre-ku§â±a World, Leiden-Boston,
133-161.
ASIAR = Archaeological Survey of India Annual Report
CALLIERI, P. - FILIGENZI, A.
2002 (eds.) - Il maestro di Saidu Sharif. Alle origini
dellarte del Gandhâra, Roma.
BARATTE, F.
2001 - Orient et Occident: le témoignage dune trouvaille dargenterie dépoque parthe en Asie Centrale in
Journal des Savants, 249-305.
CONINGHAM, R. - EDWARDS, B.
1997-1998 - Space and society at Sirkap, Taxila: A reexamination of urban form and meaning, Ancient
Pakistan XII, 47-75.
BEAL, J-C. - FEUGÈRE, M.
1983 - Les pyxides gallo-romaines en os de Gaule
méridionale, Documents dArchéologie Meridionale 6,
115-126.
CRIBB 2005 (in stampa)
CRIBB, Dating the Bimaran basket and the development
of Gandhâran Buddha Images, Paper of the XIV conference of the International Association of Buddhist
studies, London.
BAREAU, A.
1962 - La construction et le culte des stpa daprès
les Vinayapi´aka, Bulletin de lEcole Française dExtrême Orient L-2, 229-274.
BEHRENDT, K.
2007 - The art of Gandhara in th Metropolitan Museum of Art, New York.
BÉNISTI, M.
1960 - Etude sur le stpa dans lInde ancienne, Bulletin de lEcole Française dExtrême-Orient L.I, 37116.
BROWN, P.
2006 - The nature and use of the bodily relics of the
Buddha in Gandhra, in P. BRANCACCIO, K. BEHRENDT
(eds.), Gandhâran Buddhism. Archaeology, art, texts,
Toronto, 183-209.
CALLIERI, P.
1995 - The North-West of the Indian Subcontinent
in the Indo-greek Period: The archaeological evidence, in INVERNIZZI A. (ed.), In the Land of the
Gryphons, (Monografie di Mesopotamia 5), Firenze,
293-308.
2004 - Again on the chronology of the Tall-e Takht
at Pasargadae, Parthica 6, 95-100.
2006 - Buddhist presence in the Urban settlement
DOBBINS, K.W.
1989 - Buddhist reliquaries from Gandhra, in S.D.
HANDA, A. AGRAWAL (eds.), Ratna-Chandrîkâ: Panorama of Oriental Studies (Shri R.C. Agrawala Festschrift), New Delhi, 105-124.
ERDOSY, G.
1990 - Taxila: Political History and Urban Structure, in M. TADDEI (ed.), South Asian Archaeology
1987, Roma.
ERRINGTON, E.
1999-2000 - Numismatic evidence for dating the
Buddhist remains of Gandhâra, Silk Road Art and Archaeology 6, 191-216.
2002 - Numismatic evidence for dating the Kanishka reliquary, Silk Road Art and Archaeology 8,
101-120.
ERRINGTON, E. - CRIBB, J.
1992 (eds.) - Crossroads of Asia, transformation in
image and symbol in the art of ancient Afghanistan and
Pakistan, Cambridge.
ERRINGTON, E. - CURTIS, V.S.
2007 (eds.) - From Persepolis to the Punjab. Exploring
ancient Iran, Afghanistan and Pakistan, London.
OSSERVAZIONI SU ALCUNE PISSIDI DA BUTKARA I
FACCENNA, D.
1962 - Reports on the campaigns 1956-1958 in Swât
(Pakistan), «ISMEO Reports and Mémoirs», I, ROMA.
1962-1964 - Sculptures from the sacred area of Butkara (Swât, Pakistan), «IsMEO Reports and Mémoirs», II, Roma.
1980-1981 - Butkara I (Swât, Pakistan) 1956-1962,
«IsMEO Reports and Mémoirs», III, Roma.
1995 - Saidu Sharif I (Swât, Pakistan).2. The Buddhist sacred area. The Stûpa Terrace, «IsMEO Reports and Mémoirs», XXIII, 2, Roma.
2001 - Il fregio figurato dello Stûpa principale nellarea
sacra buddhista di Saidu Sharif I (Swât, Pakistan),
«IsIAO Reports and Mémoirs», XXVIII.
2005 - On two Cornice Segments from Dharmarajika, Taxila, East and West 55, 81-102.
2007 - The artistic center of Butkara I and Saidu
Sharif I in the Pre-ku§â±a Period, in D.M SRINIVASAN
(ed.), On the Cusp of an Era. Art in the Pre-ku§â±a
World, Leiden-Boston, 165-199.
FACCENNA, D. - KHAN, A.N - NADIEM, I.H
1993 - Pân¨, «IsMEO Reports and Mémoirs» XXVI,
Roma.
FALK, H.
2005 - The introduction of stûpa worship in Bajaur,
in O. BOPEARACHCHI, M.F. BOUSSAC (eds.), Afghanistan,
ancient Carrefour entre lest et louest, Turnhout, 347358.
FUSSMAN, G.
1984 - Nouvelles inscriptions aka(II ) , Bulletin de
lÉcole Française dExtrême-Orient, LXXIII, 31-46.
1987 - Numismatic and epigraphic evidence for the
chronology of early gandharan art, in M. YALDIZ, W.
LOBO (eds.), Investigating Indian Art, (Veröffentlichungen des Museums für Indische Kunst 8), Berlin, 67-88.
GANDHARA
2008 - Gandhara. Das Buddhistische Erbe Pakistans.
Legenden, Klöster und Paradiese, catalogo della mostra svoltasi a Bonn (21 Novembre 2008 - 15 Marzo
2009), Mainz.
GÖBL, R.
1976 - A catalogue of coins from Butkara I
(Swât,Pakistan), «IsMEO Reports and Mémoirs», IV,
Roma.
(SWÂT)
395
logo della mostra tenutasi alla Kunsthaus (21 Novembre1959 - 28 Febbraio 1960), Zurich.
KURITA, I.
1988-1990 - Gandhâran Art, 2 voll., Tokyo.
KUWAYAMA, S.
2007 - Kajr Ashlar and Diaper Masonry. Two building phases in Taxila of the First Century A.D., in
D.M. SRINIVASAN (ed.), On the Cusp of an Era. Art in
the Pre-ku§â±a World, Leiden-Boston, 201-231.
MARSHALL, J.
1951 - Taxila, Cambridge.
MODA, COSTUME E BELLEZZA A POMPEI E DINTORNI
2004 - Moda, costume e bellezza a Pompei e dintorni,
catalogo della mostra svoltasi a Boscoreale, 12 marzo-30 maggio 2004.
OLIVIERI, L. M.
2003 - Per saxa. Il contributo della Missione Archeologica Italiana nello Swât allo studio dei manufatti litici e rupestri in P. CALLIERI (ed.) Architetti, mastri
muratori e artigiani: lorganizzazione dei cantieri e della
produzione artistica nellAsia ellenistica. Studi offerti
a Domenico Faccenna nel suo ottantesimo compleanno, Roma, 137-156.
POTTS, D.T.
1998 - A decorated soft-stone lid from Ibrahimabad
and the date of the green schist lid from Pasargadae,
Iranica Antiqua XXXIII, 225-232.
PROVENZALI, A.
2008 - I reliquiari gandharici del Civico Museo Archeologico di Milano, Numismatica e Antichità Classiche XXXVII, 331-349.
RAPIN, C.
1992 - Fouilles dAï Khanoum.VIII. La Trésorerie du
Palais hellénistique dAï Khanoum. Lapogée et la chute
du royaume grec de Bactriane, (Mémoires de la Délégation Archéologique Française en Afghanistan XXXIII), Paris.
RUSSEK, R.
1987 - Buddha zwischen Ost und West, Skulpturen aus
Gandhâra/Pakistan, Zürich.
GUILLAUME, O. - ROUGELLE, A.
1987 - Fouilles dAï Khanoum VII. Les petits objets,
(Mémoires de la Délégation Archéologique Française
en Afghanistan XXXIII), Paris.
SARIANIDI, V.
1985 - Bactrian Gold from the Excavations of the
Tillya-Tepe Necropolis in Northern Afghanistan, Leningrado.
KHAN, M.B
2004 - A catalogue of the Gandhara stone sculptures
in the Taxila Museum, Peshawar.
SALOMON, R.
2000 - Two new Kharo§´h Inscriptions, Bulletin of
the Asia Institute 14, 55-68.
KUNST AUS INDIEN
1959 - Kunst aus Indien, von der Indus-tal-kultur im
3. Jahrtausend v. Chr. bis zum 19. Jahrhundert, cata-
TADDEI, M.
1994 - A gandhran stone lid and the chronology of
the Tall-e Takht at Pasargadae, in South Asian Archa-
396
ANNA PROVENZALI
eology 1993. Proceedings of the Twelfth International
Conference of the European Association of South Asian
Archaeologists held in Helsinki 5-9 July 1993, Helsinki,
715-724.
TISSOT, F.
1985 - Gandhâra, Paris.
WILLIS, M.
2000 - Buddhist reliquaries from ancient India,
London.
ZWALF, W.
1996 - A catalogue of the Gandhâra Sculpture in the
British Museum, London.